Una rete di sentieri e percorsi dell’estensione di circa 400 km ribattezzata “Cammini degli altipiani”, pensata come strumento di valorizzazione dei patrimoni locali e promozione di forme sostenibili di turismo e crescita economica delle aree interne; il progetto “Territorial caregiving (TeCa)”, innovativo sistema di telerilevamento degli incendi boschivi basato sulle opportunità offerte dalle nuove tecnologie, dalle videocamere al GIS (Geographic information system), tecnologia progettata per visualizzare e manipolare le informazioni topografiche.
Sono stati i due punti focali dell’incontro che si è svolto martedì 28 maggio nel centro congressi “Luigi Zordan” dell’Università dell’Aquila. L’evento, , frutto della collaborazione tra il centro di documentazione Territori aperti UnivAQ e l’Ufficio speciale per la ricostruzione dei comuni del cratere (USRC), rientrava nel cartellone di appuntamenti del Festival dello sviluppo sostenibile, manifestazione organizzata da Asvis, Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile, rete di oltre 300 soggetti impegnati per l’attuazione dell’Agenda 2030 delle Nazioni unite e dei suoi 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs).
“Il Festival” spiega il prof. Lelio Iapadre, prorettore delegato alla Sostenibilità dell’Università dell’Aquila “è supportato anche da molte università tramite la RUS, la rete delle università per lo sviluppo sostenibile, di cui è parte anche UnivAQ. Ogni anno organizziamo incontri pubblici per discutere con la cittadinanza questioni di rilievo non solo ambientale ma anche economico e sociale, legate alla sostenibilità dello sviluppo. Con l’Usrc abbiamo collaborato per realizzare percorsi di sviluppo sostenibile nelle aree interne”.
Presente, in rappresentanza dell’Usrc, il responsabile Raffello Fico: “L’ufficio sta compiendo, negli ultimi anni, una trasformazione legata all’estensione, in altri ambiti di intervento, del sistema di governance che ha consentito l’avvio e il prosieguo della ricostruzione fisica dei 56 comuni del cratere del terremoto 2009. Questi comuni sono raggruppati in otto aree omogenee e dialogano costantemente. Questo sistema determina la possibilità di confrontarsi efficacemente anche per altre missioni, come, appunto, lo sviluppo sostenibile e la realizzazione di progetti come quello dei cammini, affidato al nostro ufficio, per volere dei Sindaci, con il PNRR. E’ un sistema di governance che a nostro avviso può funzionare bene anche per altre attività e che potrebbe rivelarsi utile per la rigenerazione di questi territori e l’attuazione di politiche finalizzate a contrastarne lo spopolamento”.
La rete dei cammini degli altipiani è stata illustrata da Agostino Riitano, manager culturale, autore e docente esperto di progetti e politiche di sviluppo locale a base culturale, già project manager supervisor di Matera 2019 Capitale Europea della Cultura e consulente dell’Usrc: “I cammini degli altipiani” spiega Riitano “ sono una rete di 400 km che coinvolge 42 comuni delle aree interne, sposando gli obiettivi dell’Agenda Onu 2030. E’ un’infrastruttura che vuole, nel rispetto degli ecosistemi locali, creare delle connessioni, non solo fisiche ma finalizzate anche a raccontare la storia di questo territorio, legata ai suoi giacimenti di patrimonio culturale materiale e immateriale”.
A spiegare invece il sistema di telerilevamento degli incendi boschivi, un progetto frutto della collaborazione dell’Università dell’Aquila e della Protezione civile regionale, è stato Antonello Ciccozzi, professore di Antropologia culturale al dipartimento di Scienze umane (DSU) UnivAQ: “Nelle circostanze attuali, abbiamo a disposizione tecnologie, come videocamere, GIS e altri sistemi, che consentono di monitorare gli incendi già dal loro nascere, ovvero dai primi focolai. Questo porta alla possibilità di intervenire tempestivamente e spegnerli prima che ancora divampino. Il telerilevamento consentirebbe di gestire quella che è diventata un’emergenza globale, rispetto alla quale, però, c’è ancora scarsa consapevolezza culturale. Quest’ultima ha a che fare con la comprensione della circolarità perversa esistente tra riscaldamento climatico e incendi boschivi. Il riscaldamento aumenta gli incendi, che a loro volta fanno innalzare il riscaldamento. Bisogna costruire consapevolezza culturale e poi sfruttare le infrastrutture tecnologiche per far fronte a questa emergenza, bloccando questa spirale. Solo così potremo dare concretezza allo slogan dell’Abruzzo regione verde d’Europa. Una prima sperimentazione di questo progetto prevede la sistemazione di un impianto di telerilevamento nella pineta di Roio, che consentirebbe un telemonitoraggio di tutta la valle aquilana”.