In Sardegna, con Alessandra Todde, vincono l’orgoglio di una terra che ha respinto le scelte calate da Roma, una candidata competente e preparata e una coalizione unita da un progetto chiaro e valido. Lo sforzo di dialogo tra forze democratiche, progressiste e civiche, l’intesa tra Pd, M5S, forze ecologiste e di sinistra ha prevalso ed è l’alleanza, da allargare anche alle forze di centro, che può battere queste destre incapaci e pericolose.
E’ un segnale che non può essere ignorato, soprattutto in vista delle elezioni abruzzesi che presentano molti punti in comune con quelle sarde, a dispetto di quello che dice il presidente in scadenza Marsilio. Anche in Abruzzo c’è un presidente delle destre calato dall’alto, anche in Abruzzo si è toccato con mano il pessimo governo locale delle destre: Marsilio come Solinas è infatti agli ultimi posti nel gradimento dei cittadini.
Anche in Abruzzo il metodo Meloni ha significato la cannibalizzazione degli alleati. In Abruzzo a chi, come Marsilio, che ha preferito Roma ai problemi degli abruzzesi, proponiamo la bella candidatura di Luciano D’Amico, autorevole e legato alla sua terra per avere una sanità più efficiente, per la difesa della scuola pubblica e per dire no all’autonomia differenziata.
Anche in Abruzzo c’è una larga coalizione, anzi più larga, perché mette insieme tutte le forze alternative alle destre, nessuna esclusa. Collaborazione e non competizione è la chiave per dare vita a un’alleanza costituzionale, saldamente radicata in valori condivisi e capace di trovare un comune programma.
Dopo un anno dalla sua elezione, la rotta tracciata da Elly Schlein appare sempre più chiara: restituire un’identità precisa al Pd, con battaglie condotte a viso aperto, dalla sanità pubblica al salario minimo, e ricercare sempre, senza stancarsi mai, l’unità del partito e della coalizione.
Il 10 Marzo ci sarà per l’Abruzzo, come c’è oggi per la Sardegna, la possibilità di scrivere una nuova storia.