“Ha mai cercato di costringere l’architetto Belingheri di nominare Giuseppe Piazza, cognato dell’onorevole Giuseppe Milazzo, all’Iacp minacciandolo che, se non lo avesse fatto, sarebbe stato rimosso?”. “Assolutamente no. Non è nel mio stile, non è nel mio carattere. Ho chiesto informazioni perché mi sembrava una penalizzazione non nominarlo. Mai il tono delle mie parole fu minaccioso. Dissi solo in quella telefonata che avremmo dovuto rimuovere ogni incomprensione”. A dirlo, rispondendo alle domande del pm Giovanni Antoci, nel processo che lo vede imputato per tentata concussione davanti al Tribunale di Palermo, è l’assessore regionale all’Economia della Sicilia, Marco Falcone (Forza Italia). Con lui alla sbarra anche l’eurodeputato di Fratelli d’Italia Giuseppe Milazzo, oggi assente per motivi istituzionali. Accusato pure di tentata concussione. Secondo l’accusa, Falcone, sollecitato da Milazzo, nel 2018, quando era assessore alle Infrastrutture della Regione, avrebbe chiamato il commissario ad acta dell’Iacp di allora, Calogero Belingheri, per chiedergli di nominare alla segreteria Iacp Giuseppe Piazza, cognato di Milazzo. “Milazzo apparteneva allo stesso partito per cui lei era stato eletto?”, chiede il pm Giovanni Antoci. E Falcone: “Sì, era il mio capogruppo. E mi rappresentò una sua legittima perplessità”. Secondo Falcone, difeso in aula dagli avvocati Laura Biondo e Raffaele Bonsignore, Milazzo avrebbe chiamato il collega parlamentare per dirgli che il cognato, Giuseppe Piazza, “nonostante avesse tutti i requisiti richiesti” rischiava “di non essere nominato”.
“Stiamo parlando di poca cosa, è un incarico a titolo gratuito – dice ancora Falcone – Sono anche un po’ imbarazzato a parlarne, rispetto a tante questioni che ho affrontato. Alcune volte ero quasi infastidito a trattare queste cose. Era una questione per evitare che ci potessero essere incomprensioni tra il capogruppo che mi rappresentava, una ingiustizia a cui era stato sottoposto il dipendente Piazza. Il mio intervento era per rimuovere questa incomprensione”.
La telefonata a cui fa riferimento il pm Antoci è del 2 maggio 2018, tra Falcone e Belingheri. “Lei rappresenta al suo interlocutore che Piazza era cognato di Milazzo?”, chiede il pm. E Falcone: “Sì”. “Perché ha sentito il bisogno di rappresentare che Piazza fosse cognato di Milazzo?”, insiste Antoci. “Perché Milazzo aveva ipotizzato che l’ingiustizia che si consumava nei confronti di Piazza poteva essere legata alla sua parentela”, replica Falcone.
‘Chiesi se davvero Piazza fosse sottoposto a una penalizzazione’
La telefonata con Belingheri viene preceduta da una telefonata tra Falcone e Milazzo? “Sì, l’allora capogruppo di Fi Milazzo lamentava la penalizzazione di Piazza. Diceva che aveva maggiori titoli di anzianità e che temeva che potesse essere escluso. A rassicurarmi fu Belingheri e io successivamente chiamai Milazzo”. E aggiunge: “Non c’era una mia volontà di indicare tizio o caio, mi fu rappresentata questa cosa che malgrado le rassicurazioni, il fatto non accadeva, dopo di che mi relazionai con Berlingheri e lui stesso mi disse che era Piazza”. Ma alla fine Giuseppe Piazza non fu nominato segretario Iacp.
Alla domanda del pm Antoci sul perché si preoccupò “di fare la telefonata a Belingheri”, Falcone replica: “Per verificare se è vero che Piazza fosse sottoposto a una penalizzazione. E’ molto più semplice di quanto sembrerebbe”. “Io dicevo ‘troviamo la soluzione’, ma in linea con quello che mi aveva detto Belingheri”. E aggiunge: “Mai Belingheri mi ha detto: ‘questa cosa non si può fare’. Sarebbe stato grave se avessi cercato di fare delle ingerenze o creare posizioni. Non c’è mai stata una volta che Belingheri mi disse: ‘Questa cosa non è fattibile’ o che ‘Piazza fosse un cattivo soggetto’.
Poi il pm Antoci legge una intercettazione tra Falcone e Belingheri in cui dice: “Non mi devi fare litigare con nessuno. Giuseppe Piazza deve essere il tuo primo impegno. Mi stai capendo? Chiddu è il cognato”. E Falcone spiega: “Milazzo non mi ha mai posto un problema su Belingheri, non ha chiesto nulla. In quella circostanza sta solo rappresentando una vicenda. Milazzo riteneva che il commissario avesse fatto delle azioni di ostilità. Mai Milazzo è tornato nelle settimane successive a chiedermi quella cosa. Si è chiusa la vicenda. Era ‘ Belingheri che mi rassicurò che sarebbe stato nominato Piazza”. (di Elvira Terranova)
(Adnkronos)