L’AQUILA – Da troppo tempo nell’organizzazione dei servizi si è affermata una tendenza che sotto l’apparenza della razionalizzazione si dimostra sempre più dannosa e paradossale.
È la logica per cui certi servizi pubblici (una scuola, una farmacia, un ufficio postale, una linea di trasporto, ecc.) vengono garantiti solo se c’è convenienza economica: cioè se si “autofinanziano” con i contributi degli utenti. Altrimenti queste attività diventano diseconomiche e vengono prima ridotte e poi definitivamente eliminate.
Tutto questo avviene soprattutto nelle aree più fragili, nei paesi di montagna, nelle realtà dove già da tempo è in atto un lento, inesorabile spopolamento.
L’esito è drammatico: ci sono pochi abitanti = si tagliano i servizi = così si riducono ulteriormente gli abitanti = i servizi vengono eliminati = i paesi a un certo punto muoiono.
Questa logica ormai si applica anche ad altre realtà e per altri settori attraverso accorpamenti che ne riducono la diffusione e l’efficace funzione sul territorio: si pensi ai presìdi sanitari, ai tribunali, agli istituti scolastici.
Si tratta di cose che vanno oltre il funzionamento della Pubblica Amministrazione e riguardano la crescita culturale e formativa dei giovani, la tenuta sociale delle nostre comunità, la tutela di diritti fondamentali, il benessere, la salute, la dignità e la felicità delle persone. In una parola, il futuro dei nostri figli.
Questa lunga premessa, per dire che il Piano di Dimensionamento scolastico è parte di questo doloroso declino.
Il Decreto Milleproroghe approvato dal Governo Meloni aveva previsto che in Abruzzo si eliminassero undici Dirigenze scolastiche e dunque si accorpassero tra di loro gli Istituti coinvolti. Questo obiettivo, per il 2024, è stato ridotto a sette e tre di queste Dirigenze verranno soppresse nella provincia dell’Aquila.
Così viene sacrificato lo storico e centrale Istituto comprensivo Serafini Di Stefano di Sulmona, si decide l’accorpamento ad Avezzano dell’IIS Torlonia Bellisario con l’IIS Croce e l’accorpamento del Liceo artistico Bellisario con l’Istituto tecnico Galilei, mentre l’Alto Sangro perderà la dirigenza dell’Istituto alberghiero frequentato da studenti sangrini, peligni e marsicani.
Ci si può illudere che tagli e ridimensionamenti consentano qualche apparente risparmio.
In realtà sono scelte che pagheremo care e che in futuro ci costeranno molto di più di quanto si pensi adesso di risparmiare perché impoveriranno la nostra società e indeboliranno la struttura formativa.
L’Italia nel 2021 ha speso per l’istruzione il 4,1% del PIL a fronte della media europea del 4,9%.
Continuare con la sola logica dei tagli servirà solo a desertificare un terreno che andrebbe invece coltivato con cura, sostenendo lo sforzo degli insegnanti e del personale che vi si dedicano con passione.