Che ci fossero stati segnali positivi in Ferrari era palese. A Monza, il Tempio della Velocità per eccellenza, pur con la solita vittoria Red Bull, ne avevamo avuto un assaggio con un buon terzo e quarto posto rispettivamente di Sainz e Leclerc. I due ferraristi, infatti, hanno fatto sudare parecchio la scuderia austriaca, opponendosi a Verstappen e Perez con tutto quello che avevano, facendo vedere una prestazione rinnovata e all’altezza della situazione in termini di potenza e velocità della vettura.
In quella gara è mancato solo il passo sul long run, per il quale la Ferrari ha sempre mostrato debolezza. In ogni caso il risultato finale è stato comunque per la solita Red Bull.
Poi si è arrivati a Singapore e ci si aspettava una buona gara della Rossa e il “continuum spazio tempo” della Red Bull.
Tutto sbagliato.
Ad interrompere lo strapotere della scuderia austriaca è stata “udite udite” proprio la Ferrari, che ha ingaggiato battaglia già dalle prove libere del venerdì. Le Rosse, infatti, sono risultate subito veloci, soprattutto con Sainz, che ha dominato tutto il week-end e poi autore di una gara stellare dal punto di vista tattico e strategico: una Ferrari d’altri tempi.
Veniamo alla gara.
Le due Rosse partono rispettivamente in pole position con Sainz e in terza posizione con Leclerc, con Russell su Mercedes nel mezzo. Le due Red Bull, inspiegabilmente, sono molto indietro alle prese con grossi problemi di gestione gomme e bilanciamento: la vettura non cammina.
Al momento dello start, le due Ferrari scattano come fulmini bruciando letteralmente la Mercedes di Russell che si ritrova in terza posizione alle spalle di Leclerc (2°) e Sainz (1°), il quale diventerà il mattatore della gara.
Quest’ultimo, infatti, conserverà la leadership della corsa fino alla fine: neanche i cambi gomme riusciranno a scalzarlo dalla prima posizione.
Al momento del pit-stop, avvenuto prematuramente causa safety-car, la Ferrari non sbaglia nulla facendo rientrare Sainz prima e Leclerc dopo; quest’ultimo purtroppo verrà penalizzato dal traffico in pit-lane, perdendo 2 posizioni che purtroppo non riuscirà più a recuperare per problemi di surriscaldamento del motore. Il monegasco concluderà, infatti, in quarta piazza con molte difficoltà di gestione della vettura: un vero peccato per Charles.
A quel punto, Sainz “El Matador”, non avendo più le spalle coperte dal compagno, inizia a giocare di strategia. La sua Ferrari va e va forte, ma c’è sempre lo spauracchio del consumo gomme, punto debole delle vetture del Cavallino.
Sainz lo sa ed inizia un tyre-management molto arguto: avendo discreto vantaggio sugli avversari, rallenta l’andatura per risparmiare le gomme, facendo avvicinare gli avversari poco a poco fino ad arrivare a 5 giri dalla fine nei quali si ritrova la McLaren di Norris negli scarichi.
La partita sembrava persa e infatti il Box lo avverte di questa situazione, ma per tutta risposta lui esclama che era quello che voleva. Al box (e anche gli spettatori) tutti basiti.
Cosa fa lo spagnolo?
Si inventa una strategia mai vista e mai attuata nella F1: si tira dietro La McLaren di Norris in zona DRS per aiutarlo a non farsi superare dalle minacciose Mercedes, autrici di un recupero strabiliante.
Lo Spagnolo è riuscito a calcolare che poteva tenere dietro la McLaren pur avendo DRS, ma gli sarebbe stato più difficoltoso con le Mercedes se avessero sopravanzato Norris.
Alla fine è riuscito a tener dietro tre vetture che gli raschiavano gli scarichi negli ultimi cinque giri e tutto fatto di proposito: mai vista una cosa del genere; questi accadimenti hanno riportato alla memoria le vecchie battaglie di quella Formula 1 che purtroppo non c’è più.
Ma oggi “El Matador” ha disegnato la sua vittoria come nessuno ha fatto finora: un vero Re e un vero Campione.
Al termine della gara l’ordine di arrivo è: Sainz, Norris, Hamilton, Leclerc, Verstappen.
Completamente nulla oggi la Red Bull che dovrà valutare molte cose inspiegabili.
Il prossimo appuntamento sarà tra una settimana a Suzuka. Circuito completamente diverso nel quale si cercheranno conferme sia per la Ferrari che per la Red Bull.
Tutti in Giappone, quindi, il 24 settembre alle ore 7,00.
Restate sintonizzati.
Ordine di arrivo.
Pos | Pilota | Team | Distacco |
1 | Carlos Sainz | Ferrari | |
2 | Lando Norris | McLaren-Mercedes | 0.812 |
3 | Lewis Hamilton | Mercedes | 1.269 |
4 | Charles Leclerc | Ferrari | 21.177 |
5 | Max Verstappen | Red Bull-Honda | 21.441 |
6 | Pierre Gasly | Alpine-Renault | 38.441 |
7 | Oscar Piastri | McLaren-Mercedes | 41.479 |
8 | Sergio Perez | Red Bull-Honda | 54.534 |
9 | Liam Lawson | AlphaTauri-Honda | 65.918 |
10 | Kevin Magnussen | Haas-Ferrari | 72.116 |
11 | Alex Albon | Williams-Mercedes | 73.417 |
12 | Guanyu Zhou | Alfa Romeo-Ferrari | 83.649 |
13 | Nico Hulkenberg | Haas-Ferrari | 86.201 |
14 | Logan Sargeant | Williams-Mercedes | 86.889 |
15 | Fernando Alonso | Aston Martin-Mercedes | 87.603 |