L’AQUILA – Il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci scrive all’Assessore Verì sull’attivazione della postazione 118 a Bazzano e per un confronto sui precari ASL1:
Egregio Assessore,
ho sollevato più volte in questi mesi, sugli organi di informazione e con iniziative istituzionali in Consiglio regionale, le questioni per le quali le scrivo. Si tratta di temi che le sono ampiamente noti essendo stati trattati da tempo, ma per i quali non si riesce ad addivenire a soluzioni o a necessari e concordati momenti di confronto.
Mi riferisco in primo luogo all’attivazione della Postazione 118 di Bazzano/Paganica, nella zona Est dell’Aquila (e più in generale a tutte le nuove postazioni) così come previsto dal CREA – il Comitato Regionale Emergenza-Urgenza Abruzzo – che il 9 maggio scorso ha definito la nuova mappatura delle postazioni territoriali del sistema 118, compresa la Postazione H12 Diurno India a Bazzano.
Da allora – e sono trascorsi circa 80 giorni – non è stata ancora predisposta la Delibera, né alcun altro atto o provvedimento attuativo di tale decisione. Non si capisce il motivo di questo assurdo ritardo: non voglio pensare ad atteggiamenti volutamente lassisti e di boicottaggio amministrativo.
E tuttavia, avendo di fronte il mese di agosto, il timore è che questo atto slitti ancora danneggiando il diritto alla salute di tante persone, soprattutto nelle situazioni di emergenza e urgenza.
In secondo luogo, le segnalo il tema della condizione dei dipendenti della RSA di Montereale (AQ) e dei lavoratori della riabilitazione psichiatrica della cooperativa “Lavoriamo Insieme”, oltre che – più in generale – delle centinaia di precari della ASL1.
In una recente seduta della Conferenza dei Capigruppo si era concordato che la Direzione della ASL1 avrebbe convocato i sindacati per condividere una strategia di tutela dei lavoratori e delle loro professionalità spesso decennali, nell’interesse dei pazienti e del servizio sanitario.
Questo incontro ancora non è stato nemmeno previsto. E nel frattempo avanzano le procedure concorsuali che rischiano di pregiudicare i diritti e le aspettative di tanti operatori sanitari e socio-sanitari che da anni lavorano in condizioni di incertezza e precarietà.
Mi affido al suo senso di responsabilità per superare lo stallo che frena entrambe le questioni.
Perché ogni ulteriore ritardo sarebbe davvero uno sfregio alla già complicatissima situazione della nostra sanità e del nostro Ospedale.