Ancora un atto di ignoranza nei confronti dell’attività di volo, in special modo quella dei droni.
È quanto è accaduto alcune settimane orsono in Abruzzo e questa volta è la Regione ad essere protagonista di una gaffe clamorosa inerente l’attività di volo.
Il 03 marzo, infatti, qualcuno in regione ha emanato la Determina Dirigenziale n° dpc032/58 nella quale, al punto 2 comma c), viene disposto il divieto di sorvolare le spiagge e gli specchi d’acqua con qualsiasi tipo di velivolo, droni compresi, ad eccezione dei mezzi di soccorso e di Polizia, a quota inferiore a 300 m, così come previsto dal Regolamento ENAC RAIT 5006 (altezze minime delle spiagge).
Ora, dopo quanto accaduto, detto, ridetto e ribadito più volte da Enac, Easa e quant’altro, non si capisce quale possa essere la parte ancora incomprensibile del fatto che le attività di volo sono di esclusiva competenza e gestione di Easa ed Enac. Ogni altra forma di legge, ordinanza, disposizione, e chi più ne ha più ne metta, risulta illegittima (e quindi inidonea alla sua funzione) per violazione di giurisdizione e contrasto con fonti di Ente diverso o superiore.
Ma v’è di più.
Oltre a quanto specificato, l’ordinanza sul quel punto, risulta completamente errata per due motivi:
- fa riferimento ad una norma non più in vigore: infatti la RAIT 5006 ora è la RAIT 5005;
- la RAIT 5005 non consente il volo alle categorie Specific e Certified, ma le Open Category sono escluse.
EASA, e di conseguenza anche Enac, hanno ribadito più volte e chiaramente le “Open Category” non sono soggette al regolamento SERA (Regole dell’aria standardizzate Europee) e quindi alle RAIT (regole dell’aria).
Pertanto, si ribadisce ancora una volta che, qualora vi fossero necessità di interdire o limitare un determinato spazio aereo, si deve seguire la procedura ATM03C per la quale occorre richiedere e identificare lo spazio aereo da modificare nonché darne adeguata motivazione. Fatto ciò, si paga quanto dovuto (come per un parcheggio) e, se fattibile, Enac approva. Dopo l’approvazione di Enac, la stessa provvederà all’aggiornamento degli strumenti di volo e solo allora il vincolo acquista efficacia.
È del tutto inconcepibile che si debba ancora assistere a queste manifestazioni di ignoranza da parte di Enti che pretendono di sostituirsi all’aeronautica, atteso il fatto che sono anni ormai che queste situazioni sono acclarate da chi di dovere.
L’aeronautica ha le sue regole, le sue norme e le sue specifiche alle quali, chi non è addetto ai lavori farebbe bene a non menzionare, se non dopo accurata conoscenza.