Un Gp, quello di Melbourne, deciso dalla FIA che ancora una volta ha dato prova di incapacità e superficialità nel gestire le gare di F1.
La partenza sorride alle due Mercedes, con Russell che si prende subito la prima posizione bruciando Verstappen, superato qualche tornata dopo, anche da Hamilton. Il Ferrarista Sainz, invece, passa il connazionale Alonso, mentre appena dietro Leclerc prova subito ad aggredire la gara, ma Stroll su Aston Martin ci mette del suo buttandolo fuori senza troppi complimenti: gara finita per il ferrarista. Nel corso dell’ottavo giro un incidente di Albon costringe la direzione gara, in maniera molto maldestra, alla bandiera rossa: in quel momento, infatti, si erano appena fermati Russell e Sainz, rispettivamente primo e quarto, i quali alla ripartenza si ritrovano sfortunatamente settimo ed undicesimo in griglia. Hamilton diventa quindi il nuovo leader, ma alla ripartenza la sua Mercedes viene letteralmente sverniciata dalla Red Bull del campione del mondo in carica. Sainz è bravo invece a ricostruire la propria gara risalendo velocemente la classifica fino al quarto posto, ottenuto con un gran sorpasso ai danni di Gasly.
Nel finale sembra ormai tutto scritto, ma a cinque giri dalla fine Magnussen perde la gomma posteriore destra e la direzione gara opta per un’altra bandiera rossa riaprendo incredibilmente il discorso a pochi chilometri dalla bandiera a scacchi. L’ennesima ripartenza e’ un disastro, Sainz sperona Alonso rimediando una penalita’ inspiegabile di 5 secondi, le Alpine vengono a contatto tra loro e si mettono fuori causa, e un ulteriore caos totale nelle retrovie.
Viene esposta ancora una volta una bandiera rossa. A questo punto la FIA s’inventa una di quelle magie tipiche di “Maga Magò”: manca un solo giro e viene ristabilita la classifica precedente (senza, ovviamente, le auto incidentate, quindi di che classifica si parla?…mah) facendo terminare, dietro la Safety Car, un Gran Premio infinito e pieno di colpi di scena. Vince Verstappen davanti ad Hamilton ed Alonso, ma la classifica viene stravolta di nuovo, in quanto, viene comminata e confermata successivamente una penalità di 5 secondi a Sainz per il contatto con Alonso: roba da “chiodi”, in quanto nell’ultima ripartenza, mezza griglia è risultata fuori gioco e l’unico a pagare è stato il ferrarista Sainz, risultato poi il meno responsabile e relegato in 12^ posizione. Che dire: la FIA colpisce ancora.
Il prossimo appuntamento è a Baku, il 30 aprile alle ore 13,00 su altro circuito cittadino dove è prevista la Sprint race.
La Scuderia di Maranello è reduce da un pesante zero in classifica in quel di Melbourne, dove però si erano visti sostanziali progressi sulle prestazioni da parte della SF-23.
“Ripartiamo dai passi in avanti dell’Australia” afferma Vasseur, dopo i quali saranno introdotti aggiornamenti graduali nel corso delle prossime gare. Charles e Carlos hanno fatto la loro parte, lavorando al simulatore e dandoci feedback importanti; feedback che cominceranno ad arrivare già dalle prove libere del venerdì.
Tutti in Azerbaijan tra qualche giorno.
Restate sintonizzati.
La classifica dell’Australia.
Pos | Pilota | Team | Distacco |
1 | Max Verstappen | Red Bull-Honda | |
2 | Lewis Hamilton | Mercedes | 0.179 |
3 | Fernando Alonso | Aston Martin-Mercedes | 0.769 |
4 | Lance Stroll | Aston Martin-Mercedes | 3.082 |
5 | Sergio Perez | Red Bull-Honda | 3.320 |
6 | Lando Norris | McLaren-Mercedes | 3.701 |
7 | Nico Hulkenberg | Haas-Ferrari | 4.939 |
8 | Oscar Piastri | McLaren-Mercedes | 5.382 |
9 | Guanyu Zhou | Alfa Romeo-Ferrari | 5.713 |
10 | Yuki Tsunoda | AlphaTauri-Honda | 6.052 |
11 | Valtteri Bottas | Alfa Romeo-Ferrari | 6.513 |
12 | Carlos Sainz* | Ferrari | 6.594 |
*Sainz 5 secondi di inspegabile penalità per aver provocato la collisione con Alonso nel corso dell’ultima partenza da fermi