«Briganti, viandanti indifferenti o buoni Samaritani?», questo il tema della giornata, promossa dall’ufficio diocesano per la pastorale sociale e del lavoro, che si terrà sabato 1°aprile alle 10, presso il Santuario della Madonna di Pietraquaria, dove il vescovo Giovanni Massaro, incontrerà, ancora una volta, i sindaci e gli amministratori locali.
La Chiesa può contribuire a ridefinire lo spazio politico e sociale, essa non rifiuta il confronto con la contemporaneità e con la dimensione storico-sociale della società ma si mette in ascolto e in cammino lungo le strade e nei villaggi della società. La Chiesa marsicana, grazie al cammino sinodale ha già da tempo avviato il confronto con gli amministratori locali del territorio.
Il cammino quaresimale si presenta perciò come tempo propizio per continuare il percorso sinodale e fare, ancora, un tratto di strada insieme, Chiesa e istituzioni civili, per condividere l’amore e l’attenzione paterna nei confronti dei cittadini. Il vescovo Massaro, con questo intento, ha invitato tutti i sindaci e amministratori locali del territorio marsicano all’appuntamento del primo aprile nel Santuario della Madonna di Pietraquaria, per una conversazione spirituale sul tema «Briganti, viandanti indifferenti o buoni Samaritani?». La consulta diocesana di pastorale sociale e lavoro curerà l’accoglienza e i diversi momenti vissuti insieme. Sarà l’occasione per riaffermare il primato dell’azione divina per il benessere di una comunità e per aiutare la politica ad essere più generativa, una politica fatta di condivisione, di lungimiranza, di dialoghi, di fiducia, di comprensione, di ascolto capace di guardare all’avvenire e investire sulle generazioni future, avviare processi piuttosto che occupare spazi.
«C’è ancora più bisogno di una buona politica – spiegano Maria e Nicola Gallotti, direttori della pastorale sociale e del lavoro della diocesi dei Marsi – e la differenza la fanno le persone. Le persone, i sindaci, gli amministratori che hanno avviato insieme con la comunità diocesana il cantiere e da essa sono stati ascoltati, hanno chiaramente mostrato la volontà e l’intento di mettersi a servizio, di cercare il bene comune, di farsi artigiani di pace, di tessere rapporti capaci di innovare la società e di volerlo fare insieme. Nei momenti di condivisione e ascolto reciproco hanno anche rappresentato le criticità: la solitudine, la crescente difficoltà sociale ed economica di larghe fasce della popolazione, lo spopolamento dovuto all’emigrazione di giovani che ricercano migliori condizioni per la realizzazione personale e lavorativa. È emerso poi il disinteresse di molti, anche delle nuove generazioni, per la cosa pubblica: la distanza che si interpone tra cittadino e istituzione porta ad una crisi della fiducia che si manifesta con indifferenza e scarsa partecipazione. La Chiesa non può ignorare questo problema che è di carattere educativo».