Armando Palmeri era stato un testimone chiave per aver fornito importanti rivelazioni sulle stragi di cui era responsabile Matteo Messina Denaro. Le testimonianze avevano portato alla condanna all’ergastolo il boss di Cosa Nostra, ma nel pomeriggio di ieri il pentito di Mafia è stato trovato morto nella sua abitazione di Partinico, in provincia di Palermo.
La Procura indaga sulla morte di Palmeri ipotizzando che si sia potuto trattare di un malore, forse un infarto. Oltre a testimoniare contro Messina Denaro, aveva anche fornito informazioni su Vincenzo Milazzo, capomafia di Alcamo a cui l’uomo aveva fatto da autista. Milazzo fu ucciso perché contrario all’uso di bombe per la strage di via D’Amelio, e poco dopo anche la moglie venne fatta fuori.
Palmeri aveva raccontato alla Procura di Caltanissetta di alcuni incontri di Milazzo, tra cui quelli avvenuti nel 1992 con alcune figure dei servizi segreti. “Mi confidò che erano persone che conosceva da tempo”, disse ai magistrati. Nonostante le richieste, il capomafia di Alcamo si rifiutò di “destabilizzare lo Stato” ritenendo che ciò “non avrebbe portato un vantaggio a Cosa Nostra”.
Il verbale nei confronti degli uomini corrotti dei servizi segreti fu ripreso dal procuratore aggiunto Gabriele Paci (che volle il processo a Messina Denaro per essere uno dei mandanti degli omicidi di Falcone e Borsellino), ma il processo è fermo perché non è stato trovato un avvocato d’ufficio. Pur non essendo più all’interno del programma di protezione, Armando Palmeri era un punto di riferimento per la Procura di Caltanissetta.