Si è svolta il 2 febbraio mattina la tanto anelata seduta della Commissione Vigilanza di Regione Abruzzo con il punto all’ordine del giorno relativo all’assegnazione, all’interno della Asl 1, dei cosiddetti incarichi di coordinamento. La questione è stata portata all’attenzione della Commissione grazie alla richiesta del Consigliere regionale Giorgio Fedele, che spiega “Ancora una volta abbiamo dovuto ascoltare giustificazioni sull’ingiustificabile da parte della direzione strategica della Asl 1. Il tutto nella totale passività dell’Assessore Verì, che ha scelto di dare “per buona” ogni scelta della direzione Asl, senza porsi nessun dubbio anche davanti alle incongruenze palesate oggi. Una scelta discutibile, a dir poco, visto che il suo ruolo di Assessore sarebbe proprio quello di dare indirizzo alle aziende sanitarie e controllarne l’operato.
Oggi – spiega Fedele entrando nello specifico del punto all’ODG – abbiamo esaminato le procedure eseguite dalla Asl 1 per l’assegnazione degli incarichi al personale sanitario. Ruoli fondamentali per il corretto funzionamento dei singoli reparti ospedalieri. La procedura da seguire è prevista e dettagliata a livello nazionale dal nuovo contratto collettivo 2019/2021 del comparto sanità. Eppure in Abruzzo la Asl 1, nel procedere alla selezione, ha inopportunamente scelto di applicare un Regolamento che si basa sul vecchio contratto collettivo. Le motivazioni, a sentir le giustificazioni della Asl, sarebbero legate ai tempi. Ma proprio sui tempi non è ben chiaro perché la Asl 1 si sia ostinata ad avviare la procedura sulla base del vecchio, il giorno stesso in cui è stato sottoscritto il nuovo contratto collettivo. A qualcuno potrebbe addirittura sembrare che ci sia stata la volontà di blindare la procedura di assegnazione sul vecchio contratto ormai decaduto.
Quello che è certo è che si è trattato di una fretta incomprensibile, ancor più se si pensa che nello stesso territorio abruzzese la Asl di Pescara, a quanto pare, non ha avuto problemi ad attendere il nuovo contratto collettivo e dotarsi del regolamento sulla base del documento vigente. Le motivazioni esposte oggi dalla direzione strategica non hanno dipanato i dubbi dei commissari, ma semmai li hanno accresciuti confermando le discrasie risultanti. Il risultato è che oggi abbiamo nello stesso contesto regionale una Asl che applica il nuovo contratto collettivo, senza aver mostrato nessun problema, e una Asl che ha scelto di usare un contratto decaduto, ignorando le tante novità a danno di tutti gli operatori sanitari.
Per esempio – incalza Fedele – la platea a cui ci si rivolge il nuovo contratto collettivo contempla anche le figure degli O.S.S., cosa invece non prevista nel vecchio contratto su cui si basa il regolamento della Asl 1. In più, visto che il regolamento si riferisce a tutti gli incarichi di organizzazione che la Asl può assegnare, la direzione guidata da Romano ha scelto di procedere con un documento in cui il requisito della laurea non è una qualifica obbligatoria, al contrario di come previsto dal nuovo contratto collettivo in vigore.
Ma se questi sono i dubbi relativi ai titoli per l’accesso alla selezione, non è da meno quanto concerne le modalità di valutazione. Infatti nell’Avviso emanato dalla Asl1 viene data un’enorme discrezionalità alla commissione, che potrà assegnare ben 40 punti esclusivamente sulla base del colloquio del candidato. Ovvero quasi la metà dell’assegnazione totale, diminuendo così il punteggio assegnato sulla base dei titoli, ed eliminando completamente la prova scritta che viene calcolata su valutazioni oggettive.
Oggi è emerso ancora più chiaramente che la scelta della Asl1, con il silenzio dell’Assessore Verì, è viziata da incongruenze e solleva una molteplicità di dubbi generali sulle modalità di assegnazione degli incarichi all’interno dell’azienda sanitaria. Appare sempre più chiaro, dopo aver audito il Direttore della Asl 1 Romano, l’Assessore Verì e le sigle sindacali scontente di questo modus operandi, che l’unica strada per evitare a Regione Abruzzo di stagnare in un impasse, a danno della sanità e che rischia di aprire molti contenziosi, sia quella del il ritiro della delibera e il riavvio della procedura nel rispetto di quanto previsto dal nuovo contratto collettivo”.