di Leonardo Alfatti Appetiti
C’è una frase particolarmente suggestiva che nel celebre film “Il Gladiatore” pronuncia Russell Crowe (più in forma di quanto non lo sia ora) nei panni del protagonista Massimo Decimo Meridio: “Conoscevo un uomo che diceva che la morte sorride a tutti; un uomo non può far altro che sorriderle di rimando”.
Giovanni Falcone e Paolo Borsellino combatterono la mafia con determinazione e coraggio, ma anche col sorriso, senza perdere il senso di umanità e fratellanza che sono da esempio per le nuove generazioni.
Dal 14 dicembre, all’Aquila, c’è un monumento davanti all’Auditorium del Parco del Castello, un cippo in pietra di Maiella scolpito dagli studenti di Castelli con i volti sorridenti dei due magistrati assassinati dalla mafia. “Il titolo dell’opera è un lascito di Falcone: il suo sorriso, che è un modo di vivere. Il sorrido vuol dire essere preparati, dalla parte del giusto, non aver paura. Il sorriso significa sfidiamo le avversità. È questo il messaggio che ormai da sette anni, lascio ai ragazzi in giro per l’Italia”. Con queste parole, di fronte a una folla commossa, il generale Angiolo Pellegrini, braccio destro di Falcone nelle indagini di mafia condotte dall’Arma dei Carabinieri, ha spiegato il senso dell’opera.
Il Comune dell’Aquila, con in testa il sindaco Pierluigi Biondi, ha sostenuto la manifestazione in collaborazione con l’Associazione Italiana Magistrati. Si tratta di un’iniziativa tesa a sensibilizzare sui temi della lotta alla mafia e rientra nelle attività legate al premio Nazionale Paolo Borsellino. Perché una pietra non può essere distrutta da nessuna avversità, quindi può essere il simbolo dell’esempio di chi ha combattuto la mafia.