di Leonardo Alfatti Appetiti
Un’emergenza nell’emergenza. Durante la fase più aggressiva del Covid le Infezioni Correlate all’Assistenza (ICA) hanno trovato un insidioso volano di accelerazione. Un grave problema clinico che esisteva ben prima della pandemia e che persiste, tuttavia, anche in questa fase che ci auguriamo sempre più discendente dei contagi. Una situazione di allarme denunciata durante il Convegno nazionale sulla prevenzione delle ICA, tenutosi nella giornata nazionale AmICA della ASL di Pescara.
Il tema è quanto mai attuale: è opportuno abbassare la guardia o è necessario mantenere, per quanto possibile, i provvedimenti assunti in urgenza per il Covid, ovvero i necessari provvedimenti di distanziamento, isolamento e prevenzione della trasmissione orizzontale?
La ASL di Pescara ha un ruolo avanzato a livello nazionale su questo delicato fronte e la Regione Abruzzo ha investito una cospicua somma di denaro negli anni scorsi per varare un database unico per la raccolta dei dati sulle regionali ICA e sui germi multiresistenti, iniziativa unica a livello nazionale e seconda in ambito europeo. Database che rappresenta il presupposto per accelerare ulteriormente i tempi dell’implementazione delle opportune misure assistenziali e l’adozione anche in Abruzzo della legge, in avanzata fase di approvazione nella Regione Campania, per la tutela degli ambienti di cura e la riduzione della ICA.
Come la legge in questione mette in luce, i dati sono impressionanti: l’Italia ha l’incidenza più alta di infezioni ospedaliere di tutta Europa, pari al 6,0% – 1 paziente su 15 contrae un’infezione durante la degenza in ospedale. Ogni giorno, si verificano 13mila casi di ICA per un totale di 530mila casi all’anno. Non solo: l’Italia conta il 30% dei casi fatali di tutta Europa ed il tasso di resistenza causa nel nostro Paese 7.800 morti l’anno in ambito ospedaliero, che equivale al doppio dei decessi per incidenti stradali.
A questi dati si aggiunga, elemento non trascurabile, il danno economico elevatissimo per il Sistema Sanitario Nazionale costituito dalle giornate aggiuntive di degenza e dai costi supplementari da sostenere, per non parlare della mole di contenzioso nei confronti delle ASL quando questi episodi si verificano. Le ICA hanno un costo sia in termini di salute che economici, sia per il paziente che per la struttura. Da qui la necessità di adottare pratiche assistenziali sicure, in grado di prevenire o controllare la trasmissione di infezioni sia in ospedale che in tutte le strutture sanitarie non ospedaliere.