Il 15 settembre scorso, un devastante alluvione ha causato l’esondazione del fiume Misa scuotendo il territorio marchigiano. Le zone più colpite sono state il Senigalliese (AN) e l’Alto Pesarese, al confine con l’Umbria. L’alluvione, di enorme portata, ha provocato 11 vittime e ingenti danni economici. Intanto, si sono intensificate da ieri pomeriggio le ricerche di Mattia Luconi (8 anni), disperso. L’unico oggetto ritrovato riconducibile al piccolo è il suo zainetto. Le ricerche si sono concentrate a Castellone di Suasa, vicino alla zona dov’è stata trovata la Mercedes Classe A della madre.
Le indagini per accertare cosa sia andato storto nella prevenzione del disastro vanno avanti. “Dal punto di vista della dinamica degli eventi quello che si riscontra in questo momento è che non c’è stata un’allerta da parte della Regione Marche nei confronti dei Comuni” – afferma la procuratrice capo della Procura di Ancona Monica Garulli ai microfoni del Tgr Rai Marche – “Le indagini sono in una fase molto iniziale – ha sottolineato – tutte le ipotesi ricostruttive sono prese in considerazione”. Inoltre è stata avviata una seconda indagine: la Procura di Urbino, infatti, ha aperto un fascicolo contro ignoti per inondazione colposa dopo il maltempo che ha devastato la zona di Cantiano.
«La quantità di acqua caduta è veramente notevole: più di 400 mm in alcune aree, che corrispondono a un terzo dell’acqua che normalmente cade in un anno», afferma il capo della protezione civile, Fabrizio Curcio, che si trova sul luogo per coordinare gli interventi di soccorso.
La bomba d’acqua che ha investito la zona di Cantiano è stata causata da un temporale autorigenerante. «Questa volta è accaduto un fatto eccezionale per le Marche. Un fatto che di solito avviene nella Liguria di Levante o in Toscana, in Versilia. Si è generato un temporale in Appennino, le correnti l’hanno portato sopra l’Adriatico, che ha temperature di 5 gradi sopra la media, dove ha incontrato venti da Sud che l’hanno bloccato. Al posto di dissolversi è rimasto fermo per 2-3 ore e i venti caldi e umidi dal mare l’hanno rinvigorito: ecco il temporale autorigenerante» – ha spiegato Antonio Sanò, fondatore e direttore de IlMeteo.it.
Tragedie di questo tipo non possono far altro che generare solidarietà: l’Abruzzo è in prima linea con squadre di volontari che si sono mobilitate per aiutare. Le attività sono concentrate sull’assistenza alla popolazione colpita, sulla pulizia delle strade e dei piani bassi degli edifici e sulla messa in sicurezza del territorio. Tra i soccorritori presenti anche i volontari della Protezione Civile di Celano (AQ), attivati dalla Regione Abruzzo.
“Guardare negli occhi la gente e percepire la disperazione per aver perso tutto è lo stimolo per noi per continuare ad andare avanti nella nostra missione. Questa popolazione non si arrende e abbiamo veramente capito che solo l’unione fa la forza” – è il commento dei volontari di ritorno dalle Marche.