Ci aveva provato l’Università Federico II di Napoli ad aprire una succursale della Facoltà di
Agraria di Portici nella Città di Avezzano alla metà degli anni 70 del novecento.
Ci voleva la sensibilità del Dottore Agronomo il Prof. Dino Mastrocola Magnifico Rettore
dell’Università di Teramo a cogliere le esigenze dell’agricoltura del Fucino ed inserire,
accanto al corso di laurea in Giurisprudenza, anche quello di “Intensificazione sostenibile
delle produzioni ortofrutticole di qualità”.
Confagricoltura L’Aquila, da sempre a fianco degli agricoltori fucensi, ha sempre posto in
evidenza che il sistema accademico regionale e la politica non coglieva la necessità di
sostenere la ricerca e la sperimentazione indirizzata specificatamente a quello che a
ragione deve essere considerato il vero e proprio motore economico della Marsica.
Sono passati gli anni e tutti gli indici economici e sociali dimostrano come l’agricoltura e gli
imprenditori agricoli hanno marciato e marciano spediti nel futuro.
La nostra agricoltura del Fucino per i numeri che esprime è un motore importante per
l’economia marsicana: il 25% del PIL agricolo regionale, con l’indotto 12.000 addetti, di cui
950 CD e 35 IAP, 463 Datori di Lavoro, 85 Centri di condizionamento, 7.500 operai agricoli
(di cui il 50% italiani), oltre 100 impiegati, quadri e dirigenti, 500 mln di euro di PIL agricolo.
Tuttavia, l’aspetto positivo va calato nell’incertezza del momento anche in visione
prospettica. Politiche nazionali hanno profondamente modificato gli indirizzi scolastici ed
universitari in percorsi di studio che hanno tralasciato i fondamenti della pratica agricola:
dalla lavorazione del terreno alla raccolta passando per la difesa sempre più difficoltosa delle
colture. Si è perso l’agronomo di campo, l’assistenza agronomica e fitosanitaria viene fornita
dalle case farmaceutiche, dai produttori di macchine agricole, dalle industrie agroalimentari,
in evidente conflitto di interesse, relegando ai CAA e Studi professionali un esercito di tecnici
agricoli alle mere attività burocratiche e amministrative.
“Apprezziamo il corso di laurea -Intensificazione sostenibile delle produzioni
ortofrutticole di qualità- e l’interesse dell’Università di Teramo per il nostro comparto. Le
imprese che praticano l’orticoltura intensiva di pieno campo, hanno bisogno di specialisti, di
ricerca avanza e di sperimentazione. Non è più tollerabile che l’orticoltura sia tributaria
all’estero delle innovazioni varietali e delle tecnologie”. Afferma Fabrizio Lobene Presidente
di Confagricoltura L’Aquila ”Il Fucino vive questo momento di transizione nell’incertezza della
congiuntura negativa recata dai recenti sovvertimenti geopolitici. Ma le preoccupazioni
maggiori nascono dalla strategia europea della Farm to Fork costruita senza aver valutato
che le compatibilità ambientali devono andare di pari passo con le compatibilità economiche
delle imprese. Questo corso ha il merito di coniugare produttività e sostenibilità e riconosce
che anche in un comprensorio ad agricoltura altamente intensiva si può produrre un cibo di
qualità e sostenibile. Invitiamo i giovani a valutare positivamente questa offerta formativa che
più di ogni altra può offrire buone opportunità lavorative nel nostro comprensorio”. Conclude
il Presidente Lobene.