L’AQUILA – «Siamo di fronte a cambiamenti importantissimi che
dobbiamo essere pronti a cogliere: la sfida del GSSI, un istituto che ambisce all’eccellenza e alla
ricerca di frontiera, è questa». Sono le parole della Professoressa Paola Inverardi, nuova Rettrice del
GSSI – Gran Sasso Science Institute, pronunciate durante la Cerimonia del Diapason, il passaggio di
consegne voluto dal Rettore uscente Eugenio Coccia, che ha guidato la Scuola dottorale sin dalla sua
nascita.
La celebrazione si è svolta stamattina nell’Auditorium del GSSI. A fare le introduzioni è stato il
Rettore uscente Eugenio Coccia, che ha ripercorso la nascita dell’Istituto, ricordandone i successi e
numeri. «La storia del GSSI è fatta di tanti segni concreti e inizia dopo il terremoto del 6 aprile, con
l’idea di fare dell’Aquila una moderna città della ricerca e della conoscenza», ha detto Eugenio
Coccia. Con un comitato scientifico di primo livello, quattro corsi di dottorato frequentati da studenti
e studentesse provenienti per quasi la metà dall’estero, il Gran Sasso Science Institute si è consolidato
negli anni, diventando presto un punto di riferimento nel panorama scientifico nazionale e
internazionale. «Siamo secondi per qualità della ricerca in Italia e primi per sostenibilità economica,
e abbiamo ottenuto una valutazione positiva dall’Anvur, l’Agenzia nazionale di valutazione del
sistema universitario; ma i successi più importanti sono quelli dei nostri studenti e ricercatori», ha
sottolineato Eugenio Coccia.
«Voglio per prima cosa dire grazie. – ha dichiarato la Rettrice Paola Inverardi – Quella del GSSI è
una visione sostenuta da tanti, un successo avvenuto in un momento cruciale come quello della
ricostruzione post-terremoto, che non era per niente scontato. Questo Istituto ha l’ambizione
all’eccellenza e alla ricerca di frontiera e al GSSI continueremo ad avere obiettivi ambiziosi, tenendo
ben presente l’umiltà e l’importanza delle reti e delle relazioni con gli altri Istituti e le altre Università.
Il nostro mandato come ricercatori, in questo momento di cambiamenti veloci ed epocali, è quello di
avere gli occhi aperti e impegnarci per portare avanti il livello della conoscenza».
Alla cerimonia è intervenuto in collegamento anche il premio Nobel per la fisica Carlo Rubbia, che
ha ricordato quando Eugenio Coccia gli parlò per la prima volta del progetto del GSSI. «Si trattava
di costruire letteralmente dalle macerie un centro di eccellenza scientifica – ha detto il premio Nobel
– oggi questa scuola è un fiore all’occhiello del nostro Paese». Oltre al Professore Rubbia, hanno
voluto portare un saluto anche il Rettore della scuola IUSS di Pavia Riccardo Pietrabissa, il Direttore
della SISSA di Trieste Andrea Romanino, il Rettore dell’Università dell’Aquila Edoardo Alesse e il
Direttore dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso Ezio Previtali.
La cerimonia si è conclusa con il passaggio di consegne di un diapason, simbolo di armonia e
continuità.