“Quando si affrontano temi come la sostenibilità sociale e ambientale, lo sviluppo digitale, i
piani urbani, le misure per le aree interne, le implementazioni delle infrastrutture materiali
e immateriali, i Comuni devono essere anche essi protagonisti di un percorso in cui si legano innovazione ed equità”
Nelle parole del presidente Mattarella il senso dell’iniziativa che la struttura Commissariale
ZES sta portando avanti in Abruzzo: l’iniziativa di oggi si collega con un filo ideale ca
all’intesa sottoscritta con la Guardia di Finanza lo scorso aprile.
Il Pnrr ha destinato ingenti risorse per gli investimenti infrastrutturali nelle aree Zes per
migliorare la rete dei trasporti, la digitalizzazione, il potenziamento della logistica,
urbanizzazioni green e efficientamento energetico ed ambientale nelle aree retroportuali e
nelle aree industriali.
Con il Protocollo non aumentano gli adempimenti a carico delle imprese: tutt’altro, le Zes
nascono per agevolare gli investimenti non solo in termini di convenienza, ma anche in
facilità e velocità delle procedure burocratiche.
Grazie alle ZES è possibile avviare procedure semplificate, individuate anche attraverso di
protocolli e convenzioni tra le amministrazioni locali e statali, regimi e procedimenti speciali
rispetto a quelli della normativa ordinariamente applicabile.
Di nuovo tornano utili le parole del presidente Mattarella “Il ruolo delicato e centrale
di sindaci e amministratori di ogni Regione attira purtroppo, talvolta, minacce che,
con preoccupante frequenza, provengono da ambienti malavitosi e da violenti.
Queste minacce a chi con impegno serve la propria comunità costituiscono
un’aggressione alla nostra democrazia e vanno severamente contrastate”.
Quindi semplificare le procedure ma rafforzare i controlli. La legalità, intesa come
rispetto delle regole, è un pilastro dello sviluppo non un suo freno, la semplificazione non
può tradursi in deregolamentazione e il Protocollo serve a mettere in rete tutti i soggetti in
possesso di dati e informazioni in maniera da accelerare le fasi preliminari del controllo e
da monitorare quelli successivi in fase di realizzazione. Una tutela per le imprese, una
salvaguardia per il territorio, una tutela forte per i lavoratori garantiti da un sistema che ne
preserva i diritti. Questa la strada maestra da seguire evitando, una nuova, poco chiara,
velleitaria ed ennesima riforma del Codice degli Appalti.
Gli enti locali sono le istituzioni più prossime ai cittadini e alle cittadine, quelli in prima
linea nella prevenzione e nel contrasto alle criminalità e alla corruzione: fenomeni, questi
ultimi, di grave distorsione oltre che della legalità anche dei processi produttivi e del
mondo imprenditoriale che vanno tutelati dalle aggressioni di chi vi si introduce con intenti
malavitosi. Le infiltrazioni mafiose si annidano in particolari settori di attività e quello dei
lavori pubblici è fortemente esposto.
Le dimensioni degli aiuti di Stato in queste aree, le ingenti misure finanziarie messe a
disposizione del PNRR, in un momento nel quale la dimensione economica e produttiva è
insidiata da congiunture negative straordinarie – lo è stata la pandemia, lo è ora la guerra
nel cuore dell’Europa – aumentano esponenzialmente il rischio di infiltrazioni mafiose.
Quella che sottoscrive il Protocollo è una filiera che parte dalla massima autorità del
Governo sui territori, i Prefetti, passa per gli Enti Locali, questi ultimi chiamati a sfide
complesse, attraversa tutti i gradi delle Forze dell’Ordine coinvolgendo, infine le strutture
associative e quelle tecniche ha anche un altro non sottovalutabile obiettivo:
diffondere e condividere la cultura della legalità, aumentare le consapevolezze rispetto ai
rischi, a migliorare la formazione e l’informazione di chi deve progettare e attuare processi
amministrativi e quindi, in definitiva a migliorare l’operato sia del pubblico che del privato
realizzando buone prassi che poi diventano poi modelli diffusi.
La buona amministrazione come strumento indispensabile per prevenire e combattere
l’illegalità ma anche per recuperare efficacia ed efficienza nell’operato pubblico: un
principio al quale ispiriamo l’azione della Zes Abruzzo questo della “buona
amministrazione” così come declinato dalla Carta fondante dell’Unione Europea con
l’articolo 41: “Ogni persona ha diritto a che le questioni che la riguardano siano trattate in
modo imparziale ed equo ed entro un termine ragionevole dalle istituzioni, organi e
organismi dell’Unione”.