AVEZZANO – Dopo la tragica morte di Alessia Prendi, 12 anni, uccisa da una trave dell’altalena all’oratorio della parrocchia, arrivano cordoglio e profondo dolore in tutto il territorio per l’immensa tragedia avvenuta mercoledì scorso nella frazione di San Pelino.
“La città di Avezzano ha perso un pezzo della sua anima – dice affranto il vice sindaco Domenico Di Berardino – oggi possiamo solo essere uniti come comunità e come popolo marsicano e dimostrare rispetto e vicinanza”.
Il Comune ha deciso di annullare tutte le manifestazioni pubbliche e di decretare il lutto cittadino per il giorno dei funerali.
Tre sono gli indagati dalla Procura, come atto dovuto, per la morte di Alessia: il giovane parroco di San Pelino, don Antonio Allegritti, 36 anni, che, al momento della tragedia, si trovava in Albania per una missione è rientrato in Italia appena appreso i fatti accaduti; il vicesindaco facente funzioni, Domenico Di Berardino e il dirigente dell’area urbanistica Antonio Ferretti del Comune di Avezzano.
Ieri mattina i carabinieri della Compagnia di Avezzano, incaricati delle indagini dal pm Maurizio Maria Cerrato, cha ha anche disposto la ricognizione cadaverica esterna, affidata al dottore Cristian D’Ovidio, sulla salma della bimba, si sono recati nella casa parrocchiale ed hanno acquisito la documentazione relativa all’oratorio. Don Antonio, non ha rilasciato dichiarazioni, ed è in attesa degli sviluppi delle indagini. L’ avvocato incaricato dalla curia, Alfredo Iacone, ha ribadito l’assoluta estraneità del sacerdote alla tragica vicenda. – “L’oratorio è stato dato in comodato d’uso, comprese le pertinenze, al Comune e quindi tutte le responsabilità ricadono sull’amministrazione. A questo proposito c’è anche una delibera approvata di recente.”
Il vice sindaco Domenico Di Berardino, anche lui iscritto nel registro degli indagati per omicidio colposo, con il dirigente dell’urbanistica Antonio Ferretti, precisa: “È vero, esiste una delibera, la numero 52, approvata il 12 aprile del 2022 dalla giunta, con la quale la parrocchia di San Michele Arcangelo concede l’uso dei locali, ma solo relativamente al piano terra e piano primo di una palazzina dell’oratorio che ha un ingresso indipendente, dove il Comune sta effettuando i lavori per poter svolgere le attività sociali, e esclude quindi l’area esterna che rimane di uso esclusivo della parrocchia”. Tra l’altro la giovane che assisteva i bimbi durante i giochi è “una tirocinante, che percepisce il reddito di cittadinanza, e ha partecipato a un progetto del Comune per l’inserimento nel mondo del lavoro e la sua attività si svolge prettamente nell’ambito della parrocchia e il parroco è il suo tutor” – precisa il vice sindaco. Sembrerebbe quindi che nel contratto, non si faccia riferimento agli spazi esterni che sarebbero rimasti di competenza della parrocchia. Bisognerà poi capire anche a chi spettasse il controllo dei bambini, visto che la parrocchia ha coinvolto una cooperativa, a quanto pare con alcuni percettori di reddito di cittadinanza. Infine, si dovrà stabilire come e perché la struttura di legno si trovasse nel cortile dell’oratorio, il suo stato di degrado, eventuali responsabilità nella vigilanza e negli aspetti legati alla sicurezza di una struttura “definita altalena”, costruita con due tronchi, tagliati, di pino con un altro poggiato sopra: un manufatto artigianale, fuori norma sotto tutti i punti di vista.