L’agente aggredito dal collaboratore che un mese fa gli ha scaricato addosso l’intero contenuto di un
estintore a polvere migliora dal punto di vista fisico ma si mostra sempre più provato da quello
psicologico.
La sua guarigione, tra l’altro, è messa a dura prova dalle notizie che sente pervenire dal carcere e
che vede il detenuto autore dell’insano gesto ancora tranquillamente impostato all’interno del
reparto reso palcoscenico della scena del crimine e non , come sarebbe stato giusto fare ed
immediatamente, trasferito in un altro istituto.
Quella del trasferimento del detenuto criminogeno in altra struttura risulta essere, allo stato, l’unica
forma di repressione immediata impostabile nei confronti dei soggetti riottosi e che si rendono
autori di azioni prevaricatrici e violente. Se ad un mese dal fatto non ancora vengono prese
contromisure di questo genere significa che qualcosa non va nelle dinamiche di salvaguardia
dell’ordine precostituito.
Il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria avrebbe dovuto già da tantissimo tempo
prendere idonee decisioni in merito e a quanto ci è sembrato di capire, con la speranza di essere
smentiti, non ancora sono state finanche pensate.
Senza questi opportuni quanto auspicabili meccanismi e che, secondo la UIL PA L’Aquila,
dovrebbero agire in tali casi in automatico, si hanno pochi margini di difesa dalle azioni vessatorie e
violente dei detenuti male impostati dal punto di vista regolamentare.
Oggi il carcere dal punto di vista disciplinare è visto in maniera diversa rispetto al passato. Se da un
lato può essere visto come indice di civilismo applicato dall’altro, come nel caso di specie, qualora
non si adottano metodi qual è appunto il trasferimento immediato in altra struttura e per opportunità
penitenziaria del detenuto riottoso, non si offriranno mezzi utili agli addetti ai lavori per
disincentivare gli indisciplinati dal compiere gesti inconsulti e spesso ricadenti nei meandri della
gravità.
La UIL PA sollecita quindi il trasferimento del detenuto autore del grave gesto e, insieme a lui,
attesa la loro incompatibilità con un istituto qual è quello di Sulmona votato al contenimento dei
loro principali “antagonisti” quali sono i detenuti ad alta sicurezza in esso presenti per il 95% dei
posti occupati, di tutti i collaboratori di giustizia.