Nella Valle Roveto c’è un paesino di pochi abitanti durante l’inverno, ma che in estate si anima: tanti paesani che si ritrovano per far rivivere antiche tradizioni e dare lustro a personaggi del passato di cui, purtroppo, si è persa la memoria. Questo paesino è Morrea dal cui belvedere si può ammirare tutta la vallata, fino a Sora, un panorama bellissimo che, nel 1791, un turista inglese, Sir Richard Colt Hoare, nel suo diario di viaggio, giunto a Morrea, descriveva così: «La valle a sud si estende fino al passaggio di Alvito e al distretto montagnoso di Montecassino e presenta uno dei panorami più ricchi e incantevoli che io abbia mai contemplato».
Morrea, per dirla con Manzoni, “è anche un castello” che insieme a quello di Celano e Balsorano costituiva il feudo dei Piccolomini di Aragona. Era la residenza estiva di duchi e baroni, e fu anche fortezza a difesa del paese: peccato che ora appaia abbandonato, anche se nelle logge sono ancora visibili dei meravigliosi affreschi che, forse, meriterebbero un restauro. Tuttavia, non ha perso il fascino misterioso delle cose che hanno sfidato il tempo e gareggiano con l’eternità.
Gli abitanti sono accoglienti e orgogliosi del proprio paese, tanto che si offrono spontaneamente come guide ai visitatori che chiedano informazioni. Allora ci si addentra nei vicoli che hanno ancora l’odore di antiche battaglie e i suoni delle ronde di guardia e si odono le voci dei viandanti che chiedevano ospitalità, una ospitalità che da sempre ha contraddistinto gli abitanti di Morrea: ne sono testimonianza i dipinti lasciati da coloro che hanno voluto rendere omaggio ai loro ospiti.
Molto attiva è la Pro Loco con i suoi volontari guidati dal Presidente Mario Iacobucci, appassionato amante della sua Morrea. Sua l’iniziativa di proporre, presso l’ex asilo, una mostra permanente sulla resistenza e quella su Ennio Iacobucci, il fotografo abruzzese, nato nel paesino della Valle Roveto, che per otto anni ha seguito la guerra in Vietnam, Laos e Cambogia, fornendone un crudo reportage. Unamostra quanto mai attuale che mostra il dolore e l’orrore di ogni guerra. Una mostra che dovrebbe essere visitata per lasciarsi penetrare da quella crudezza e promuovere una vera cultura di pace.
Insomma, Morrea è un luogo che incanta per la sua bellezza e perl’accoglienza e la cortesia dei suoi abitanti.