Ci sono dei personaggi pubblici che da quando abbiamo memoria sono nelle nostre vite come presenze costanti, importanti, a cui pensiamo sempre con un sorriso di affetto e stima e che crediamo resteranno con noi per sempre, perché loro no, non possono andarsene, perché se loro andassero via il mondo diventerebbe più leggero, potrebbe perdere il suo posto nell’universo, diverrebbe spoglio e buio come se all’improvviso si spegnesse il sole. Eppure, purtroppo, arriva il giorno in cui i mezzi di comunicazione annunciano la scomparsa di uno di questi personaggi e il silenzio sembra prendere il sopravvento, annullando la forza e la potenza delle parole che diventano forse troppo misere e scontate per esprimere il dolore che tale notizia reca nei cuori di tutti. Ed oggi è uno di quei giorni: è morto Piero Angela, 93 anni di cui settanta passati nel servizio pubblico, prima come giornalista, poi come divulgatore scientifico. Garbo, umiltà, passione, amore per la verità e per la scoperta, fiducia nella scienza lo hanno sempre contraddistinto e hanno fatto la differenza nel modo di fare televisione: un’informazione sempre a servizio della conoscenza, veicolando nozioni e contenuti anche difficili nella semplicità coniugata con l’approfondimento e la verità: « Sono uno di famiglia che cerca di semplificare le cose complicate – spiegava -. Il mio linguaggio sta dalla parte del pubblico, i contenuti dalla parte degli scienziati». E i suoi documentari ancora sono fonti importanti per insegnare: io stessa, da insegnante di lettere, li uso a scuola per mostrare la bellezza della scienza, il piacere della ricerca scientifica e storica, l’incanto che si può provare nella conoscenza scevra da pregiudizi di qualsivoglia natura.
Commovente la lettera che Angela ha scritto al suo pubblico, consapevole forse dell’imminente passaggio, come un testamento spirituale:
«Cari amici, mi spiace non essere più con voi dopo 70 anni assieme. Ma anche la natura ha i suoi ritmi. Sono stati anni per me molto stimolanti che mi hanno portato a conoscere il mondo e la natura umana.
Soprattutto ho avuto la fortuna di conoscere gente che mi ha aiutato a realizzare quello che ogni uomo vorrebbe scoprire. Grazie alla scienza e a un metodo che permette di affrontare i problemi in modo razionale ma al tempo stesso umano.
Malgrado una lunga malattia sono riuscito a portare a termine tutte le mie trasmissioni e i miei progetti (persino una piccola soddisfazione: un disco di jazz al pianoforte…). Ma anche, sedici puntate dedicate alla scuola sui problemi dell’ambiente e dell’energia.
È stata un’avventura straordinaria, vissuta intensamente e resa possibile grazie alla collaborazione di un grande gruppo di autori, collaboratori, tecnici e scienziati.
A mia volta, ho cercato di raccontare quello che ho imparato.
Carissimi tutti, penso di aver fatto la mia parte. Cercate di fare anche voi la vostra per questo nostro difficile Paese».
Cercheremo, caro Piero, di fare la nostra parte, ma senza di te siamo tutti un po’ più orfani, tutti un po’ più soli.
Ciao, Piero!