AVEZZANO – La casa, prima di tutto. Questa la marcia che ha messo in moto un nuovo progetto sociale
del Comune di Avezzano, spinto in avanti dalla forza motrice del Pnrr.
Con la linea progettuale denominata “Housing First” – ammessa a finanziamento ministeriale – il
Comune di Avezzano si doterà di un sistema di accoglienza per persone fragili o nuclei familiari in
condizione di indigenza estrema e di elevata marginalità sociale.
Si andrà, cioè, ad attivare sotto la direzione comunale e grazie ad una qualificata e variegata equipe di
professionisti, un percorso di autonomia, attraverso un progetto personalizzato di messa a disposizione di
varie strutture di accoglienza.
La dotazione finanziaria prevista dalle misure del Pnrr e destinata a questa particolare tipologia di
progetto è di 710 mila euro, fondi intercettati già dal Comune che sta pensando di inserire
nell’operazione anche il recupero dell’immobile in via Vidimari dove si trovava la vecchia casa di riposo.
I soggetti che ne beneficeranno verranno accompagnati, in maniera sistemica e strutturata, verso la meta
dell’autonomia abitativa, primo gradino da salire, in una società equa, per una tranquillità personale e
familiare.
«Le risorse finanziarie permetteranno di aiutare chi nel nostro Comune è impossibilitato, per condizioni
di povertà estrema, a costruire una tranquillità quotidiana tramite l’acquisto o il semplice affitto di
un’abitazione», annuncia l’Amministrazione comunale.
“Housing First” (modello di intervento e di aiuto sperimentato in America già negli anni ‘90) significa
innanzitutto contrastare in maniera efficace la marginalità sociale che impatta in età adulta e che riguarda
prevalentemente persone senza fissa dimora, che da anni hanno purtroppo a che fare con la realtà di
strada.
Il progetto, innovativo per l’Abruzzo, prevede, come primo step, la realizzazione (con l’uso dei fondi
ottenuti dal Ministero per il Lavoro, tramite risposta all’avviso 1/2022 PNRR – Missione 5 “Inclusione e
coesione” e “Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore”) di alloggi o strutture di
accoglienza dedicate al reinserimento nei circuiti della società.
Lo step due, poi, consentirà di sviluppare sul territorio un sistema di presa in carico dei soggetti fragili
attraverso la creazione di equipe multi-professionali (che comprendano assistenti sociali, operatori Asl e
funzionari del Comune).
Terza linea di intervento promossa dal progetto: la realizzazione anche di strutture di accoglienza
post-acuzie H24 per persone senza fissa dimora o in condizioni di fragilità fisica.
Per l’Amministrazione comunale «avere a disposizione una dimora significa migliorare anche la propria
serenità mentale, che può essere fortemente compromessa dalla vita di strada.
Non voltarsi mai dall’altra parte e chiedersi tutti i giorni cosa si può concretamente fare per far star
meglio tutti i componenti della nostra comunità.
Nessuno deve essere lasciato indietro, nessuno deve rimanere allo stesso punto di partenza.
Il Piano nazionale prevede proprio questo: migliorare in ogni circostanza la qualità del percorso di vita di
ciascuno».
L’Housing First permette alle persone inserite nel programma di mantenere l’appartamento a distanza di
due anni e combatte massicciamente il ricorso a droghe o alcol. Inoltre, conseguentemente, si riduce
l’occupazione di dormitori e l’abuso dei servizi del pronto soccorso.
«Attraverso questo intervento corposo e organico – conclude l’amministrazione – persone e nuclei
familiari in condizione di elevata marginalità sociale si prenderanno per mano grazie a professionalità,
vicinanza e sforzi per la costruzione, insieme, di una vita sicura, garantita e serena».