Si fa presto a dire “Programma elettorale” nell’era dei governi tecnici, in cui presentare un programma agli elettori è attività esuberante stante il commissariamento delle scelte politiche da parte della tecnocrazia. Parafrasando qualcuno, “presentare un programma elettorale agli italiani non è difficile, è inutile”.
In attesa di prendere visione dei desiderata del Centrodestra, del Movimento 5 Stelle e degli altri microuniversi dello zerovirgola, possiamo disaminare alcuni punti già trattati, con enormi discordanze interne, dalla coalizione di Centrosinistra, remake della Gioiosa Macchina da Guerra di occhettiana memoria: anche in quel caso, nessuno era concorde con qualcuno e l’unico motivo per allearsi era mantenere salde le mani sul potere (o i glutei sulla poltrona). Anche oggi, il copione è lo stesso. Nel ’94 persero poi, ma non è il caso di badare al dettaglio.
Per dovere di cronaca, ad oggi, 7 agosto 2022, lo schieramento di Centrosinistra è composto da Partito Democratico (Letta), Azione/+Europa (Calenda/Della Vedova), Alleanza Europa Verde e Sinistra Italiana (Bonelli & Evi/Fratoianni), Impegno Civico (Di Maio). Domani è un altro giorno, oggi questo passa il convento.
RIDUZIONE DELLE TASSE: l’unico movimento all’interno della coalizione che ha espresso favore nei confronti della riduzione delle tasse è Azione/+Europa. Impegno Civico se ne è tenuto alla larga, considerando che a sinistra c’è una ritrosia storica nell’alleggerire il sistema fiscale. A manifestazione di ciò, valgano la contrarietà del PD sul tema (che, anzi, propone di destinare una “dote” di 10.000 € per i 18enni, i cui costi sarebbero coperti dalla tassa di successione al 25%) e la considerazione che Verdi e Sinistra Italiana, più che abbattere le tasse a vantaggio della classe media, preferirebbero farsi gettare in un burrone intonando “Fischia il vento”.
ENERGIA NUCLEARE: favorevolissimo alla reintroduzione in Italia dell’energia nucleare il ticket Azione/+Europa. Bene. Benissimo. Se non fosse che PD ed Impegno Civico hanno già risposto picche. Se non fosse che Verdi e Sinistra Italiana, sul tema noti come Partito del No, hanno già comunicato che piuttosto che reintrodurre il nucleare in Italia, preferiscono candidarsi con qualcun altro. O da soli, e non sarebbe un male, così avrebbero difficoltà a raggiungere il quorum.
RIFORMA DELLA GIUSTIZIA: “Ok, facciamola”, afferma Calenda. “Si, ma dipende perché “, ribatte Della Vedova. “Mai, che altrimenti ci saltano le correnti”, replica Letta. “Solamente se ripristiniamo la Corte Suprema dell’URSS”, sentenzia Fratoianni. “Si, vogliamo il Tribunale dell’Ambiente per tutelare le lumachine e i fiorellini”, sganciano la bomba i Verdi. Non si è ancora espresso Di Maio: se è riuscito ad essere un tre volte Ministro lui, è segno che la giustizia non è da riformare, è quella terrena che non funziona.
IMMIGRAZIONE: Azione/+Europa e Impegno Civico hanno affermato chiaramente che nel loro programma di mandato non hanno intenzione di trattare il tema, perché probabilmente contenti di quanto espresso in sede UE. A favore di maggiori falle nel sistema dell’accoglienza è il PD, che d’altronde è riuscito a mandare a casa e fare damnatio memoriae di Minniti, l’unico Ministro di area che ha provato a contrastare l’immigrazione illegale. Verdi e Sinistra Italiana, infine, sono estremamente contrari a cercare di porre freni all’immigrazione illegale, ma non ci si possono attendere cose diverse da due movimenti con una forte impronta terzomondista.
LIBERALIZZAZIONI E PRIVATIZZAZIONI: semaforo verde per Azione: sorge il dubbio del perché, non avendo mezzo punto in comune col resto della coalizione, sia in coalizione. Mistero della fede. Impegno Civico non si è ancora espresso, ma sarebbe quantomeno strano che dopo la campagna per statalizzare le autostrade, si sia favorevoli a privatizzare. Il PD ha espresso parere contrario alle liberalizzazioni, tranne quella della cannabis. Nessuno ha chiesto il parere di Sinistra Italiana, per timore che possano rilanciare chiedendo esproprio proletario e collettivizzazione dei mezzi di produzione.
ATLANTISMO: Per una serie di congiunture miracolose, Azione/+Europa, PD e Impegno Civico sono concordi sul si alla NATO. Peccato che i Verdi sostengano la necessità di essere affiliati ad alberi e cespugli (si scherza, ma neanche troppo), tacendo di Sinistra Italiana che ha ribadito come sia doveroso distaccarsi dall’atlantismo. Peccato non esista più il Patto di Varsavia, sicuramente avrebbero chiesto l’adesione.
SALARIO MINIMO: è il cavallo di battaglia di Fratoianni e Di Maio, al PD può interessare solamente qualora sposarlo fosse l’unico mezzo per consolidare l’alleanza, mentre a Calenda interessa talmente poco da essere l’unico punto in agenda sul quale non ha ancora insultato nessuno dei leader alleati. Qualcuno spieghi a Fratoianni/Di Maio che il costo della vita tra Bolzano e Palermo è talmente differente da rendere assolutamente iniqua o inutile qualsiasi forma di salario minimo.
REDDITO DI CITTADINANZA: Calenda non ha usato mezze misure, definendo il Reddito di Cittadinanza “una iattura per il Mezzogiorno” (14 maggio 2022), avviando il countdown per la sua eliminazione. Fratoianni è favorevole ad un aumento delle tasse a danno della classe media pur di aumentare il capitolo di bilancio destinato al RdC. Di Maio ha un tatuaggio con scritto “Reddito mon amour” sul petto all’altezza del cuore. Il PD resta vago: nel dubbio riparliamone il 26 settembre, così se litighiamo siamo comunque in Parlamento e possiamo riderci su.
RIGASSIFICATORI: il tormentone dell’estate del duo “Calenda & Letta”, se la gioca con “Tropicana” di Annalisa e “La dolce vita” di Fedez, Tananai e Sattei. Di Maio non ha un’opinione precisa in merito, probabilmente perché la parola può sembrare un neologismo, mentre Verdi e Sinistra Italiana hanno sentenziato l’ennesimo NO, sostenendo che Calenda non sa cosa dice: speriamo che lo sappiano loro.
C’è molta foschia nel campo di Centrosinistra, non è un caso che, in attesa di tempi migliori, sia stato tirato fuori il vecchio e sacro mantra che mai, però ha portato fortuna: o vinciamo noi o l’Italia finisce in mano ai fascisti.
Di camicie nere che marciano su Roma, intanto, neanche l’ombra.
Come non si vede l’ombra di un reale ed unitario programma di governo del Centrosinistra.