2 Agosto 1980, ore 10,25, stazione di Bologna Centrale. Il tempo si ferma per sempre per 85 persone. 200 Kg di tritolo esplodono nella sala d’aspetto della seconda classe, spezzando corpi e sogni. È uno degli attentati terroristici più gravi del secondo dopoguerra.«Signori, non ho parole – dirà Pertini parlando con i giornalisti il giorno dei funerali -, siamo di fronte all’impresa più criminale che sia avvenuta in Italia».
Solo il 23 novembre 1995 vengono condannate all’ergastolo 3 persone, ritenute gli esecutori materiali della strage. Altri nomi “illustri” della nostra Italia vengono condannati per depistaggio delle indagini, mentre i mandanti non sono mai stati identificati.
Un atto infame, proditorio, tra l’altro mai rivendicato, che ha colpito persone innocenti che in quella sala hanno visto esplodere, per vanificarle per sempre, tutte le loro attese.
Mirella che aspettava le ferie per andare finalmente in vacanza in Valle d’Aosta con suo marito e suo figlio.
Giuseppe che non ha potuto dare l’ultimo bacio alla sua ragazza.
Angela, 3 anni (3!) che stava andando sul Lago di Garda con i suoi genitori e desiderava giocare tutto il giorno con la sua mamma.
Angelo, 26 anni, che stava raggiungendo sua moglie e suo figlio di 14 mesi.
Sergio, 24 anni, che andava a Bolzano per lavorare come attore.
Sono solo alcuni dei nomi e dei volti degli 85 che in quel giorno hanno visto calare per sempre il sipario sul loro spettacolo.
Non si può e non si deve essere colpevoli di dimenticanza, né di ignoranza, o di omertà.
Il 2 Agosto 1980 è stato un giorno buio che non può rimanere spento nella memoria, perché i morti hanno ancora il diritto ad essere pianti e i sopravvissuti ad essere compatiti.
Pensiamo ad Angela che a 3 anni, prima ancora di conoscere la vita, ha conosciuto la morte.