Il settore turistico è stato fortemente provato dalla pandemia, ma può essere anche in Abruzzo un fattore di rilancio dell’economia, grazie agli interventi del piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).
Nella regione, a causa delle differenti caratteristiche dei territori, è presente una marcata varietà di offerta turistica. Dalle località della costa adriatica agli agriturismi delle aree interne, infatti, le potenzialità sono notevoli.
In questo senso il Pnrr rappresenta un’opportunità. Nel piano, infatti, vengono stanziati 2,4 miliardi di euro per il rilancio del turismo nel paese, di cui 117 milioni sono già stati richiesti dalle imprese abruzzesi.
Il turismo e la pandemia in Abruzzo:
Il turismo è un’industria importante per l’economia italiana. In base ai dati Istat del 2017, prima della pandemia il valore aggiunto di questo comparto rappresentava il 6% di quello totale italiano. Nel 2019, le strutture italiane erano più di un milione, comprendendo sia i servizi di alloggio che ristorazione, agenzie di viaggio e servizi di trasporto. Con l’arrivo del Covid questo settore ha subito una battuta d’arresto.
Tra le regioni italiane, quella che ha registrato il calo maggiore tra 2019 e 2021 è il Lazio (-73,8%). Tendenzialmente, i cali minori si evidenziano nell’area adriatica. Basti pensare che il Molise è l’unica regione che ha riportato un dato positivo (+3,3%). La situazione abruzzese è coerente con questo scenario: il calo è del 22,1%, minore rispetto alla media nazionale (-38,5%). [mappa]
In un territorio così ricco di differenze come quello abruzzese, l’offerta turistica è strettamente legata alla diversità dei luoghi.
La zona costiera ha una predisposizione a forme di turismo più legate al mare, con strutture alberghiere, villaggi e in generale una struttura corposa di servizi per il turista. Per capire quanto gli alberghi siano utilizzati in regione, è sufficiente analizzare l’indice di utilizzazione netta dei posti letto. Si tratta di un indicatore che mette in relazione le presenze, il numero dei posti letto e i giorni d’apertura delle strutture. In Abruzzo nel 2021 questo indice era al 41,6%, superiore di quasi 4 punti percentuali rispetto al dato nazionale (37,9%). Vale a dire che alberghi e hotel ricoprono un ruolo importante nell’ecosistema turistico regionale.
Le aree interne della regione hanno invece una vocazione legata a forme di turismo più delocalizzato. Tour gastronomici, sport in collina o montagna, esperienze culturali o religiose possono mettere al centro i piccoli centri, dando slancio ai territori e alle economie locali.
Di questo sistema fanno parte gli agriturismi, un settore che ha visto una crescita nonostante la pandemia. Nel 2020, le aziende attive in Italia erano oltre 25mila, il 2% in più rispetto al 2019. L’Abruzzo registra 5,4 agriturismi ogni 100 chilometri quadrati, un valore inferiore a quello medio calcolato a livello nazionale, ma secondo nel mezzogiorno dopo quello campano (6,2). [grafico]
Cosa prevede il Pnrr sul comparto turistico:
Il Pnrr prevede una serie di misure specifiche dedicate al rilancio del settore turistico dopo lo shock pandemico. Gli interventi finanziati hanno il duplice obiettivo di innalzare la capacità competitiva delle imprese del settore e di promuovere un’offerta turistica basata su sostenibilità ambientale, innovazione e digitalizzazione dei servizi. Il tutto cercando di ridurre gli effetti dell’overtourism (cioè l’eccessivo affollamento di turisti in una meta vacanziera), creando percorsi alternativi e integrati verso tutte le regioni.
Complessivamente sono stati stanziati 2,4 miliardi di euro per il settore nel Pnrr, risorse affidate alla gestione del ministero per il turismo.
Le misure per il settore sono quattro, di cui una riforma e tre investimenti. Tali misure sono state ricondotte – in una relazione rilasciata dal ministero del turismo – in un’unica voce detta “Turismo 4.0”. Solo nel 2022 sono oltre 460 milioni di euro le somme previste per il comparto. [grafico]
Le prossime scadenze per il comparto turistico nel Pnrr prevedono l’erogazione di 150 milioni di euro tramite il fondo nazionale del turismo a cui si aggiungono altri 350 milioni attraverso il fondo tematico della banca europea per gli investimenti (Bei). Entrambi questi obiettivi dovranno essere raggiunti entro la fine dell’anno.
Purtroppo dai dati messi a disposizione dal ministero è impossibile risalire sistematicamente alla ripartizione territoriale di queste risorse. Peraltro, successivamente, sono state pubblicate una serie di rettifiche che però contengono file immagini, quindi non rielaborabili in nessun modo.
L’unica indicazione territoriale che possiamo trarre riguarda le domande presentate, per cui è stata pubblicata una relazione con dati aggiornati al 30 marzo scorso. In base a queste indicazioni sappiamo innanzitutto che le domande inviate complessivamente sono 7.415 per un totale di circa 3 miliardi di incentivi richiesti. Si tratta di una cifra che supera di gran lunga le risorse disponibili. Delle oltre 7mila domande, 333 sono state inviate dall’Abruzzo, per una richiesta pari a 117 milioni di euro di agevolazioni.
Le presenze turistiche in Abruzzo:
Tra 2013 e 2017 la regione ha totalizzato una media di 13,2 presenze giornaliere ogni mille abitanti. Un dato inferiore rispetto alle 16,7 registrate nello stesso periodo nelle regioni italiane a statuto ordinario.
Approfondendo l’analisi a livello comunale, emerge come siano 9 i comuni che superano le 100 presenze/giorno ogni mille residenti. Di questi 6 si trovano in provincia dell’Aquila (Santo Stefano di Sessanio, Roccaraso, Rivisondoli, Pescasseroli, Opi e Villalago) e 3 in quella di Teramo (Pietracamela, Tortoreto e Alba Adriatica). [mappa, comune per comune]
In rapporto ai residenti, sembrano essere due le aree di maggiore pressione turistica. Quella costiera, in particolare nella sua parte settentrionale, e la parte interna meridionale della regione.
Tra i capoluoghi, sono L’Aquila e Pescara a registrare il maggior numero di pernottamenti con oltre 5 presenze medie giornaliere ogni 1.000 abitanti. Segue Chieti, appena sotto questa soglia (4,99), mentre appare più distanziata Teramo (3,71).
Questi dati sembrano indicare l’attrattività turistica – nel contesto regionale – di due poli principali: quello costiero e quello interno, legato alla montagna. Due comparti da potenziare, in parallelo con l’esigenza di valorizzare l’importante patrimonio culturale abruzzese, diffuso sul territorio.