Sono trascorsi più di due anni dall’inizio dell’emergenza pandemica.
Per più di due anni gli studenti italiani hanno sopportato i sacrifici imposti dalla straordinarietà dell’evento prima e dalla sciatteria nella gestione del problema poi.
Eppure neanche per l’anno scolastico 2022/2023 sarà possibile contare su strutture scolastiche capaci di sostenere le esigenze di sicurezza. Mentre la politica è distratta dalla nuova campagna elettorale, torna la minaccia della didattica a distanza o di lunghe giornate di scuola in presenza ma nelle condizioni di disagio dell’ultimo periodo, con mascherine anche nelle giornate più calde e finestre aperte anche in quelle più fredde.
Senza considerare le ulteriori difficoltà connesse all’austerity in arrivo sui consumi energetici e di riscaldamento.
Dal principio Meritocrazia Italia sollecita azioni di supporto e recupero infrastrutturale, con adeguamento dei sistemi di areazione e sanificazione, installazione di sensori di monitoraggio del livello di anidride carbonica nell’aria delle aule e riduzione del numero di studenti per classe. A parte la breve triste parentesi dell’acquisto dei banchi a rotelle, nulla, davvero nulla, è stato fatto fino a oggi. La situazione è esattamente quella di due anni fa.
Ogni iniziativa è stata affidata alla responsabilità di presidi e insegnanti, che hanno fatto il possibile con le risorse a disposizione.
La verità è che la Scuola, utilissima a colorare i proclami elettorali, è sempre sacrificabile a fronte di altre priorità, non toccando interessi di tipo lobbistico. Ma la formazione, dalla quale dipendono la crescita culturale del Paese, le opportunità di realizzazione di ambizioni e aspirazioni dei singoli e, quindi, la qualità della vita individuale e condivisa, non merita questa indifferenza. Né sono tollerabili ulteriori ritardi.
Meritocrazia Italia torna a chiedere con forza che la Scuola sia una priorità e che da oggi ci si adoperi per garantire un rientro in presenza, in sicurezza e in condizioni tali da garantire serenità nello svolgimento delle attività didattiche, con:
– installazione di adeguati sistemi di aerazione e purificazione dell’aria, nelle aule e negli spazi comuni;
– creazione di nuovi spazi funzionali all’attività ricreativa e all’apprendimento all’aperto presso ogni istituto scolastico, con maggiore impegno nel recupero infrastrutturale e nella riconversione degli immobili dismessi;
– riorganizzazione dei trasporti e aumento della frequenza delle corse, con riduzione del numero di passeggeri per ciascun mezzo;
– riduzione, nel possibile, del numero di alunni per classe (che spesso raggiungono le 30 unità) e riordino degli orari scolastici con possibilità di turnazione, anche in considerazione delle difficoltà di concentrazione e attenzione portate dall’uso prolungato della mascherina (per alunni e insegnanti).
Si insiste altresì sull’impellente necessità di procedere al risanamento del divario digitale contro isolamento e diseguaglianze, sociali e d’apprendimento.
Stop war.