TAGLIACOZZO – Fino al 3 luglio si svolge a Tagliacozzo, al centro residenziale Piccola Svizzera, la seconda Summer School della scuola di Danzaterapia Espressivo-Relazionale. Quest’anno l’evento ha un sapore decisamente internazionale, partecipano all’incontro danzaterapeuti provenienti dall’Egitto, dal Libano, dalla Svizzera, dalla Spagna, dal Madagascar oltre che da diverse parti d’Italia.
La location dell’evento, un piccolo bosco di conifere all’interno della Piccola Svizzera, e l’accoglienza calorosa riservata dalla cittadinanza di Tagliacozzo, ha reso ancora più piacevole l’impegnativo percorso didattico organizzato da Barbara Dragoni e Vincenzo Bellia, rispettivamente coordinatrice didattica e direttore scientifico della Scuola.
Il lunedì 27 giugno l’evento ha assunto una valenza di ancora maggior spessore, ai partecipanti al corso si è unito un gruppo di cittadini e operatori provenienti dal Centro di Salute Mentale di Anzio (RM) Villa Albani. I due gruppi hanno trascorso una giornata di condivisione cadenzata da danze e ritmi di tamburi al fresco del bosco della Piccola Svizzera.
Abbiamo chiesto alla dottoressa Dragoni il significato della Summer School e perché proprio a Tagliacozzo “L’incontro estivo della nostra Scuola è un momento importante per fare il punto sulle attività didattiche svolte durante l’anno. Lavorare dalla mattina alla sera all’aperto ci consente di approfondire temi cari al nostro metodo di studio. Tagliacozzo rappresenta per noi una location ideale, siamo vicini alla capitale e quindi anche i nostri corsisti stranieri possono arrivarvi con semplicità, conserva tradizioni e fascino incontaminato dei nostri borghi più belli e poi in questa calda estate consente di fare attività motoria al fresco degli abeti. Alla Piccola Svizzera sono poi legata da motivi personali e familiari e pertanto ritrovarmi qui a svolgere la mia professione ha un significato ancora più importante”.
Al dottor Bellia abbiamo invece chiesto di spiegarci che cosa sia la danzaterapia. “La danza-movimento-terapia rilancia in chiave contemporanea la tradizionale funzione sociale della danza, che dagli albori della civiltà rinnova il legame sociale, nutre il benessere personale e collettivo, anima pratiche di guarigione, promuove la partecipazione degli individui al gruppo e l’evoluzione dell’immagine corporea che, per dirla con le parole di Marian Chace, è «primariamente una creazione sociale»”.
Abbiamo poi incontrato il vivace gruppo di ragazze corsiste provenienti dal Cairo per raccogliere le impressioni sul corso e soprattutto su Tagliacozzo e la Marsica. “Beautiful, very nice, exciting, welcoming” sono le parole più utilizzate per descrivere il borgo di Tagliacozzo e il loro soggiorno abruzzese. Ci hanno raccontato come per loro sia come trovarsi in un altro mondo dalla megalopoli del Cairo a un piccolo borgo medioevale, dal deserto e le piramidi alle montagne verdi e alle chiese medioevali. Qualcuna ci ha anche confessato che le piacerebbe vivere in un posto così. Molto apprezzata la gentilezza dei cittadini e dei commercianti. “Noi parliamo solo arabo e inglese, ma siamo sempre stati accolte con una gentilezza e simpatia tale che la ogni barriera linguistica è subito scomparsa. E poi la vostra musica tradizionale e le tarantelle… sentiamo ritmi che ci accomunano, pur provenendo da culture diverse”, ci hanno raccontato tra mille sorrisi.
Il 30 luglio poi si è tenuta una sessione on line per la discussione delle tesi di fine corso. Il gruppo di Tagliacozzo era in connessione con Libano, Egitto, Giordania, Spagna, Canada.
Barbara Dragoni ha voluto sottolineare come proprio la presenza di corsisti provenienti da Paesi come il Libano e l’Egitto sia un bel segnale, in questo momento di tensioni internazionali. Persone provenienti dalle diverse sponde del Mediterraneo si incontrano nei loro suoni e nelle loro danze. Un piccolo segno di grande speranza.