Tra gli aumenti che più stanno incidendo sul costo della vita e sulla produzione, c’è il prezzo del carburante, con benzina e diesel ben oltre i 2 euro al litro.
Non solo per chi è costretto a usare il proprio mezzo tutti i giorni, ma per tutta la logistica, per i furgoni, il trasporto pubblico, la pesca, con le ricadute già evidenti sul prezzo finale dei prodotti, in un sistema ancora dipendente dal trasporto su gomma.
Ma quali sono le cause di questi aumenti?
La domanda che ci si pone come consumatori è sempre la stessa: quanto c’è di emergenza e quanto di speculazione per la benzina che in alcune zone tocca anche i 2,5 euro al litro.
Il confine è spesso sottile: Guerra, sanzioni, e l’incertezza generale diventano pretesto per speculazioni finanziarie alla fonte, sui futures delle materie prime, innescando aumenti prima dell’emergenza stessa.
L’approfondita analisi effettuata – partendo da dati di pubblico dominio e quindi facilmente verificabili –sottolinea l’assurdità dell’aumento del prezzo europeo del gas che si fa più chiara dal confronto con i prezzi del gas in altri Paesi (Stati Uniti, Giappone, etc.), dove non si è osservato nulla del genere.
In Italia la gradualità di questo aumento è riscontrabile dal mese di novembre, ben prima dell emergenza guerra.
Tornando all interrogativo iniziale, quindi, a pensar male si fa peccato ma è dichiarato che l’Eni, di cui lo Stato è azionista al 30% attraverso Cassa Depositi e Prestiti ed il Ministero dell’Economia e delle Finanze e che importa, secondo ARERA, quasi la metà (precisamente, il 47,6% nel 2020) del gas estero che entra nel mercato Italiano, aveva chiuso il bilancio 2020 con perdite pari a 8,5 miliardi di euro.
Non stupisce che il 2021 sia stato l’anno della ripresa per il gruppo Eni, dopo i mesi bui del 2020. I profitti netti consolidati sono stati di 2,11 miliardi di euro nel trimestre terminato a dicembre contro i 50 milioni di un anno prima, e con un incremento del 47% rispetto al terzo trimestre 2021.
Dello scorso anno occorre capire come funziona il mercato del gas per comprendere che quanto verificatosi richiederebbe misure strutturali, ben diverse da quelle adottate dal Governo!