AVEZZANO – Festa della Liberazione, un appuntamento tradizionale nel calendario degli eventi istituzionali ma che quest’anno ha avuto un significato del tutto diverso, ad Avezzano, per la cornice di pubblico. Via le presenze contingentate degli ultimi tempi, dove c’erano ranghi necessariamente ridotti tra le stesse associazioni e forze armate, ieri mattina le celebrazioni organizzate dall’Amministrazione comunale e dal Consiglio Permanente delle Associazioni d’arma hanno visto il ritorno ad una significativa partecipazione degli avezzanesi.
Non solo festa di liberazione, dall’altissimo valore simbolico, ma anche una ritrovata festa di popolo: la Cerimonia di commemorazione, ad Avezzano, per il 77 ° anniversario del 25 aprile è partita alle 10,30 con un lungo corteo, dopo gli onori tributati al Generale Gandin e ai martiri di Cefalonia, per dirigersi verso la piazza antistante la chiesa della Madonna Del Passo. Qui, alla presenza delle autorità civili, militari, di polizia, insieme all’ UNUCI, alle associazioni d’arma e di volontariato e tra le note della banda di Castelnuovo, c’è stata la deposizione della Corona d’alloro al Monumento all’Alpino e al Monumento alla “Libertà di tutti i popoli” e gli interventi del Presidente di Assoarma 1° Capitano Floriano Maddalena, del Vescovo S.E. Giovanni Massaro e del Vicesindaco Domenico Di Berardino.
Ma è soprattutto la presenza di tanti cittadini che ha reso particolare questo anniversario, vissuto tra le foto dei bimbi e gli applausi degli avezzanesi del quartiere. Un clima di ritrovata libertà di partecipare, seppur ancora condizionato dalle mascherine indossate da tutti i presenti, forse ancor più sentito per il momento drammatico che vive l’Europa con la Guerra in Ucraina.
“È la festa della speranza e della civiltà – ha detto il vicesindaco Domenico Di Berardino in prima fila con il Presidente del Consiglio Comunale Fabrizio Ridolfi- che delinea la fine dell’occupazione dal nazifascismo e l’inizio di una vita libera. Una ricorrenza da dedicare ai giovani della città e dell’intera nazione. La memoria è il baluardo che le istituzioni e la società pongono al ritorno delle dittature e alla tragica deriva della guerra. Ricordiamo il coraggio di chi seppe resistere alla dittatura e all’occupazione aprendo la strada all’Italia democratica. Un ricordo che vale anche come educazione alla tolleranza.”