SULMONA – Pur consci del fatto che una vita è stata salvata, e per questo ci complimentiamo con l’agente che ha praticato il salvamento, non possiamo che essere molto amareggiati per come viene gestita la sanità mentale in carcere. -Torna sul fatto di cronaca occorso nella serata di ieri e che ha visto il tentativo di suicidio di un detenuto bloccato in extremis, il segretario generale territoriale UIL PA polizia penitenziaria Mauro Nardella-
“Il detenuto che ieri ha posto in essere l’insano gesto, un napoletano più volte resosi autore di gesti eclatanti nelle carceri che lo hanno ospitato, è uno di quelli che a parere della Uil in un carcere sprovvisto di tutti i requisiti per gestire ad hoc soggetti psichiatrici non può assolutamente starci.
E il carcere di Sulmona è uno di questi malgrado abbia uno psichiatra convenzionato il quale, però, da solo e senza un presidio che lo supporti a dovere può fare ben poco, anzi….quasi nulla”, Afferma Nardella, “La chiusura troppo frettolosa degli ospedali psichiatrici giudiziari, dispiace ammetterlo, ha arrecato un danno enorme nell’economia gestionale dei soggetti psicolabili nel carcere di Sulmona e non solo. Sono stati chiusi presidii che malgrado tutto, in passato erano in grado di ricoverare detenuti in preda a scompensi mentali e che non potevano essere gestiti attraverso la normale prassi trattamentale operata nel penitenziario di piazzale vittime del dovere”, Ammette il sindacalista della Uil, “Se non altro gli OO.PP.GG. erano provvisti di operatori, siano essi sanitari che penitenziari, tutti formati nel gestire psicotici di ogni tipo. Requisiti che non ha assolutamente il Penitenziario sulmonese visto che finanche i corsi di formazione ed aggiornamento dedicati proprio per la gestione di tali soggetti non vengono fatti da decenni”.
Denuncia Nardella, “Eppure il Dipartimento insiste nell’assegnare persone che, ripeto, non possono essere allocati solo perché è presente uno psichiatra. Tutto questo è da ritenersi assurdo. Una situazione ingestibile a tal punto da portare a dire che si stava meglio quando si stava peggio. Non ci resta che sperare nello scioglimento della convenzione con lo psichiatra se non verranno prese adeguate contromisure in tema di rinforzo del presidio. Il tutto anche perché non basta avere uno psichiatra, al quale comunque va la mia personale considerazione, per rendere il carcere di Sulmona polo attrattivo per l’assegnazione del pazzo di turno. Il DAP mediti su questo e faccia presto prima che si continuino a scrivere pagine nere di cronaca carceraria”.