Ieri a Roma si è svolta una discussione durante il consiglio del primo municipio, sulla proposta di Fratelli d’Italia di installare una targa, così come in tantissime altre città italiane, in ricordo di Norma Cossetto, la giovane martire istriana sequestrata, torturata, violentata da un gruppo di partigiani comunisti slavi e infine gettata, sembra ancora viva, in una foiba la notte tra il 4 e 5 ottobre 1943.
Assolutamente sconcertante e pieno zeppo di strafalcioni storici l’intervento del consigliere Federico Auer della lista Sinistra Civica ed Ecologista che è arrivato a negare lo stupro stesso, sostenendo che “non ci sono prove orali e fotografiche, che dimostrino che ciò sia avvenuto, la vicenda non è accertata.”
Ma l’ignoranza è normale se non si studia il fenomeno e ci si affida a quanto sostengono collettivi di presunti storici che, con la scusa di voler smentire ipotetiche bufale, propalano sul web le peggiori tesi riduzioniste.
Terribile poi, quando si arriva a smentire il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi che le concesse la Medaglia d’Oro al Merito Civile con questa motivazione: “Giovane studentessa istriana, catturata e imprigionata dai partigiani slavi, veniva lungamente seviziata e violentata dai suoi carcerieri e poi barbaramente gettata in una foiba. Luminosa testimonianza di coraggio e di amor patrio. 5 ottobre 1943 – Villa Surani (Istria)”
Il consigliere Auer, non contento, arriva anche a dire che il Giorno del Ricordo è nato in paragone con quello della Memoria, ottenendo il giusto richiamo da parte dei consiglieri d’opposizione.
Il paragone tra le due ricorrenze è solo nella testa di chi è in malafede. Ci fa rabbrividire il pensiero che non si possano ricordare e rispettare tutte le vittime pur nelle evidenti differenze.
La realtà dei fatti è che, a una certa sinistra, ancora turba condannare i crimini dei comunisti nonostante siano trascorsi tanti anni.
Attendiamo di leggere le dichiarazioni indignate su questa vicenda delle associazioni femministe, dei pensatori radical chic e dei giornalisti militanti. Purtroppo temiamo che attenderemo inutilmente una ferma condanna di queste tesi giustificazioniste.
Il dibattito e il confronto storico è sempre importante e benvenuto ma si dovrebbe partire da dati condivisi e, soprattutto, da valori condivisi come riteniamo sia il rispetto dovuto a una giovane ragazza, violentata e uccisa, che la Repubblica Italiana, e non un partito politico o un’associazione culturale, ha inteso elevare, con la giusta e doverosa concessione della Medaglia d’Oro a simbolo di una vicenda, quella delle foibe e dell’esodo, e, purtroppo insieme a tante altre donne, a simbolo di un crimine, la violenza sulle donne.
Crimine che va combattuto anche attraverso delle doverose intitolazioni e apposizioni di targhe come quella proposta e che, ci auguriamo, presto potrà essere affissa anche nel primo municipio di Roma. Città che, ricordiamo, ha votato quasi all’unanimità una mozione per concedere a Norma Cossetto la cittadinanza onoraria.
Comitato 10 Febbraio