L’AQUILA – Condividere percorsi operativi, delineare nuove strategie e fare ‘rete’ per alzare ancora lo standard di qualità dell’assistenza dentistica ai soggetti con disabilità. Erano questi gli obiettivi del terzo convegno regionale che si è svolto oggi, sabato 9 aprile, all’Aquila, nella sala Ipogea dell’Emiciclo, a partire dalle ore 8.30.
I lavori, promossi dalla Sioh (società italiana di odontostomatologia per l’handicap), sono stati organizzati dal prof. Filippo Giovannetti, direttore della chirurgia maxillo facciale dell’ospedale dell’Aquila e dal dirigente medico della stessa unità operativa, Secondo Scarsella (referente regionale della Sioh), affiancati, nel contributo scientifico, dai medici Desiderio Di Fabio, Ettore Lupi e Antonio Oliva. Quest’ultimo ha relazionato sull’attività svolta all’Aquila negli ultimi 10 anni dell’odontostomalogia speciale.
Al convegno, dal titolo: ‘Terzo congresso regionale Abruzzo Sioh’, tenutosi per la prima volta all’Aquila, a cui è intervenuto tra gli altri l’assessore regionale al bilancio Guido Liris, hanno partecipato specialisti delle altre Asl della Regione che si sono confrontati sulle problematiche comuni facendo sintesi delle rispettive esperienze in un’ottica di fattiva condivisione.
In apertura dei lavori hanno portato il saluto ai partecipanti il rettore dell’università dell’Aquila, Edoardo Alesse, e il presidente dell’ordine provinciale dei medici e odontoiatri, Maurizio Ortu.
“E’ stato un dibattito molto costruttivo”, dichiara il prof. Giovannetti, “tra medici impegnati sul campo e in prima fila, in Abruzzo, nell’assistenza a pazienti fragili. Un’occasione per affinare ancora un cammino comune e mettere insieme molteplici idee e contributi”
Al dibattito, che si è arricchito di svariate sfaccettature, hanno preso parte anche specialisti di altre città d’Italia, tra cui Trieste, Riccione, Pisa e Frosinone, contribuendo ad allargare gli orizzonti di una branca che richiede competenze specifiche per la tipologia dei pazienti da trattare.
In questo senso il reparto di chirurgia maxillo facciale del San Salvatore dell’Aquila vanta un’esperienza ultradecennale, professionalità avanzate e attrezzature ad hoc in grado di assicurare cure e interventi dentistici a utenti non collaboranti a seguito di disabilità. Prima dello scoppio della pandemia, che ha sottoposto tutto il sistema sanitario a uno stress che peraltro perdura, il reparto aquilano trattava in anestesia generale, per i casi gravi, oltre 80 pazienti l’anno, parte dei quali provenienti da regioni come Lazio e Molise. Una capacità attrattiva che, tenendo conto delle difficoltà imposte a tutta la sanità dal covid, si conta di ristabilire, col tempo, in tutta la sua potenzialità.