Negli ultimi anni i temi della partecipazione e della rappresentanza giovanile hanno trovato ampio spazio sia nel dibattito sulle politiche giovanili, sia, più in generale, nell’ambito della riflessione sul ruolo dei giovani all’interno delle società contemporanee.
Un importante stimolo è giunto dalla ‘Carta Europea di partecipazione dei giovani alla vita locale e regionale’, redatta in una prima versione nel 1990 e aggiornata nel 2003 dal Consiglio d’Europa, che ha favorito l’inserimento nell’agenda politica delle amministrazioni locali del tema della promozione di politiche giovanili. L’idea promossa era quella di fare affidare ai ragazzi il ruolo (non di meri destinatari ma) di coproduttori delle attività.
Inoltre, con la Youth Policy Strategy (2018), la Commissione europea si propone di attuare un’azione trasversale nella direzione di ‘mobilitare’, ‘collegare’ e ‘responsabilizzare’. Per accorciare le distanze tra Europa e giovani sono stati definiti gli 11 Youth Goal, indicatori di «problematiche trasversali aventi un’incidenza sulla vita dei ragazzi»: parità di genere, inclusione sociale, richiesta di spazi di partecipazione unita a un maggiore dialogo tra UE e giovani.
In linea, la Risoluzione sulla strategia per la gioventù 2019-2027.
Il Documento di Lavoro (del maggio 2018) della Commissione europea riporta alcuni dati riguardo la partecipazione politica dei giovani: dal 2010, l’interesse dei giovani (15-24 anni) è aumentato considerevolmente e infatti la media europea ha registrato un incremento dal 40% del 2010 al 50% del 2017. Tuttavia la percentuale di giovani elettori è in calo (74% nel 2017).
L’obiettivo è quella di vedere i giovani non solo come i cittadini di domani, ma innanzitutto come cittadini dell’oggi, in grado di dare un contributo alla vita dell’intera comunità locale, attraverso le proprie capacità e risorse.
Il tema della partecipazione giovanile è profondamente connesso con il concetto di cittadinanza e, conseguentemente, con quello di democrazia.
Soprattutto a livello locale, i giovani non possono essere presi in considerazione solo in quanto consumatori, soggetti in formazione, o portatori di una serie di problematiche (dal lavoro, alle dipendenze, alla prevenzione,…). Devono poter essere protagonisti delle scelte pubbliche e della vita quotidiana nei contesti locali.
È luogo comune che l’assenza di under 30 in posizioni rilevanti all’interno della società civile sia dovuta al disinteresse e al disimpegno delle giovani generazioni. Non ci si chiede, però, da dove origini questo atteggiamento, ove realmente esistente.
Vanno piuttosto considerati il fattore ‘sfiducia’ e la mancanza totale di iniziative reali e concrete idonee a semplificare la macchina politica, consentendo l’accesso a tutti.
Un’ulteriore riflessione, centrale per cogliere il significato e le forme della partecipazione giovanile contemporanea, è quella che lega i processi demografici e sociali di questi ultimi anni, con la transizione culturale verso l’era digitale.
È infatti l’implementazione dei social media nella quotidianità a farsi motore per una crescita della partecipazione politica giovanile. Per altro verso, con l’approccio telematico, il rischio è quello di imbattersi nel fenomeno frequente e pericoloso delle fake news.
Ora, il Ministero dell’Istruzione, in collaborazione con il Senato della Repubblica e la Camera dei Deputati, offre alle scuole di diverso ordine e grado un quadro di riferimento per predisporre un’offerta formativa ed informativa sui diritti, doveri e partecipazione democratica.
Il Consiglio Nazionale dei Giovani e il Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale hanno sottoscritto diverse Convenzioni per la realizzazione di progetti finalizzati a promuovere la diffusione di informazioni anche attraverso la piattaforma ‘Educazione digitale’ e altri progetti.
Iniziative che meritano apprezzamento e offrono utili opportunità.
Il Dipartimento Giovani di Meritocrazia Italia chiede che vengano intensificate queste attività, con il coinvolgimento delle Scuole e delle Università, con programmi pragmatici e coerenti che possano consentire una formazione politica solida, per preparare i giovani almeno a essere elettori consapevoli.
È importante che i ragazzi vengano coinvolti sui problemi di politica comune, secondo il grado e le capacità di apprendimento, per conoscere i principi teorici ed etici della politica, saper riflettere sulle questioni più rilevanti per lo sviluppo sociale ed economico del Paese, ed leggere i propri rappresentanti con consapevolezza e responsabilità.
Per una politica giovane per i giovani, servono formazione, informazione e confronto.