“Da tempo, e senza mai mollare la presa, il nostro sindacato ha sottolineato, nei confronti dell’Aran, nell’ambito di questa trattativa, le disparità e le anomalie contenute una bozza di contratto che, in particolare per quanto riguarda la delicata questione delle indennità di funzione, ci fa sentire sempre più come un marinaio che stenta a trovare “un’ isola dove attraccare” – è quanto comunicato, tramite una nota inviata alla stampa, dal sindacato Nursing Up.
“Nella seduta di ieri l’ARAN, nell’intento di superare le contestazioni da noi mosse, sulla paventata cessazione della corresponsione dell’indennità professionale specifica, che secondo i suoi piani iniziali doveva essere tolta solo agli infermieri (mentre dovevano continuare a percepirla gli altri dipendenti), ha pensato bene di tornare sui suoi passi, ipotizzando una nuova bozza di contratto, dove tale indennità continuerebbe ad essere percepita anche dagli infermieri.
Bene, quindi il ripristino che abbiamo richiesto, peccato che, dall’altra parte, viene abbassata di eguale importo, l’indennità del nuovo incarico di base. Insomma, quello che restituiscono su un piatto viene tolto dall’altro e questa non rappresenta certo una novità in questa trattativa.
L’ARAN si ostina, e non abbiamo udito altri sindacati contestare questo come invece stiamo facendo noi, a mantenere l’ ipotesi attraverso la quale, con il passaggio al nuovo sistema ordinamentale, sarà cessata la corresponsione della Ex Indennità di Qualificazione Professionale per il personale dell’Area professionisti sanitari e funzionari (in particolare gli infermieri e gli altri sanitari ex D/DS), mentre la stessa indennità verrà mantenuta, ad personam, per i dipendenti delle altre aree ( ex C/BS/B ) fino a quando gli stessi permarranno in servizio.
Questo movimento verrebbe giustificato con l’esigenza di passare al nuovo sistema in modalità “isorisorse” e quindi, per poter utilizzare gli importi dell’indennità cessata, come valore costituente la nuova indennità per l’incarico di base.
Discorso coerente, se si vuole ottenere un modello di indennità di funzione che si avvicina a quello della dirigenza, ovviamente mettendo da parte, almeno in prima battuta, la tanto decantata valorizzazione.
Peccato che, allo stato delle bozze oggetto di trattativa, mentre la vecchia indennità d qualificazione professionale viene prima tolta e poi restituita agli infermieri e agli altri professionisti sanitari (sotto forma di incarico di base del nuovo ordinamento), agli operatori delle altre aree, fin quando resteranno in servizio, non sarà mai tolta anzi, essi continueranno a percepirla come “assegno ad personam” anche allorquando dovessero ricevere il loro incarico professionale di base.
Perché siamo ancora di fronte a questa differenza di trattamento?
Qualcuno asserisce che questo avviene perché gli infermieri e le professioni sanitarie ( ex D/DS) otterranno “tutti e subito” il nuovo incarico di funzione “base” (quello che noi chiediamo), mentre gli altri dipendenti aventi titolo potranno ottenerlo solo in un secondo momento (con criteri diversi, anche selettivi ) su iniziativa delle aziende sanitarie, perché questo prevede la bozza in discussione. Quindi l’incarico non sarà per tutti.
Questo è vero, ma se, di fatto il passaggio dovrà avvenire ”isorisorse per tutti”, allora qualcuno dovrebbe spiegarci perché l’ex indennità di qualificazione professionale verrà tolta definitivamente solo agli infermieri (e a chi sarà collocato nella stessa area- ex D/DS – da subito, quando gli verrà attribuito il nuovo incarico di base), mentre gli altri la manterranno come assegno ad personam, almeno fino al momento in cui lasceranno il servizio, e quindi anche quando dovessero vedersi attribuito il loro nuovo incarico di funzione base.
Rischiamo a questo punto di trovarci di fronte ad una bella sperequazione.
Due pesi e due misure: si vuole forse negare che allo stato della bozza in discussione, i dipendenti oggi in servizio, che non appartengono all’area delle professioni sanitarie e dei funzionari, e che si vedranno attribuire l’incarico di base da parte delle aziende sanitarie (pochi o molti che saranno), percepiranno entrambe le indennità (la vecchia come assegno ad personam e la nuova come indennità funzione di base), e che tutto ciò si protrarrà per tutta la loro vita lavorativa, e quindi fino al momento in cui gli interessati cesseranno dal proprio servizio attivo?
E’ questa la tanto attesa parità di trattamento all’interno del nuovo contratto? Ecco, oggi abbiamo chiesto a tutte le parti di riflettere su questo. Il prossimo 8 aprile è stata confermata la nostra giornata di sciopero nazionale che porterà anche al blocco degli straordinari per ben sei giorni. E alla luce di quanto oggi denunciamo, continuano ad essere innumerevoli le ragioni che ci porteranno a manifestare il nostro malcontento anche incrociando le braccia”.