Caro benzina e diesel, il taglio delle accise sul prezzo dei carburanti per frenare la corsa dei beni energetici sarebbe di un solo mese, stando almeno alla bozza del decreto taglia prezzi sul tavolo della cabina di regia in corso a Palazzo Chigi tra il premier Mario Draghi e i capidelegazione delle forze di maggioranza.
L’articolo 1 della bozza di decreto del ministero dell’Economia di concerto con il ministero della Transizione ecologica, finalizzato alla riduzione delle aliquote di accisa sui prodotti energetici, impiegati come carburanti o combustibili per riscaldamento per usi civili, prevede che al fine di compensare le maggiori entrate dell’imposta sul valore aggiunto rispetto all’ultima previsione, derivanti dall’aumento del prezzo internazionale, espresso in euro, del petrolio greggio, a decorrere dal giorno successivo alla data di pubblicazione del presente decreto nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e fino al trentesimo giorno successivo alla medesima data di pubblicazione, le aliquote di accisa del gasolio, della benzina e del Gpl ad uso carburazione sono ridotte di 85,16 euro per 1000 litri.
Le aliquote attuali di benzina, gasolio e Gpl sono pari, rispettivamente, a euro 728,40 per mille litri, euro 617,40 per mille litri ed euro 267,77 per mille chilogrammi. Con la riduzione disposta tramite decreto le aliquote scendono per la benzina a 643,24 euro per mille litri, per il gasolio a 532,24 euro per mille litri e per il Gpl usato come carburante a 182,61 euro per mille chilogrammi.
La disposizione non comporta nuovi o maggiori oneri a carico dello Stato, in quanto le riduzioni delle aliquote di accisa sono state calcolate in modo tale da generare una diminuzione di gettito complessivo, in termini di accise e di Iva, per i 30 giorni che decorrono dalla pubblicazione del decreto nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana, pari a 308,17 milioni di euro.
Un’altra delle misure contenute nella bozza del decreto taglia prezzi sul tavolo della cabina di regia prevede che “per l’anno 2022, l’importo del valore di buoni benzina o analoghi titoli ceduti a titolo gratuito da aziende private ai lavoratori dipendenti per l’acquisto di carburanti, nel limite di euro 200 per lavoratore non concorre alla formazione del reddito”.