Da domani, gli over 50 che non sono vaccinati non potranno più recarsi a lavoro. Come previsto dal decreto legge del 5 Gennaio, scatta infatti l’obbligo che impone a questa fascia di popolazione di dotarsi del Green pass rafforzato, rilasciato a chi ha fatto la vaccinazione o è guarito dal Covid 19 da meno di sei mesi.
Al 7 gennaio, circa 2,3 milioni di persone non possedeva il Sgp. Ad oggi, dopo un’iniziale corsa alle prime dosi, sono circa 1,8 milioni gli sprovvisti della carta verde rafforzata. Nello specifico, in relazione all’obbligo nel mondo del lavoro, da domani, circa 1 milione di persone potrebbero essere sospese dall’occupazione con la conseguente sospensione dello stipendio.
“Tagliola” pronta quindi sulla testa di un milione di italiani che rischiano di perdere la paga per una scelta politica.
Sindacati in allarme, ma nulla muove il ministro della Salute, Roberto Speranza: “Le polemiche le guardo con un certo distacco e penso che l’obbligo vaccinale per gli over 50 sia stata una scelta giusta e coraggiosa. Credo che dobbiamo insistere ancora sui vaccini. La campagna di vaccinazione è stata straordinaria, il 91% delle persone sopra i 12 anni si sono vaccinate e così facendo hanno difeso sé stesse e gli altri”.
Se andiamo indietro nel tempo, però, l’ondata Omicron ha dimostrato ampiamente che con tanto di green pass, i contagi non sono stati fermati, anzi, circa 3 milioni di persone si sono contagiate dal 1 gennaio 2022. Il lockdown è stato evitato, ma di fatti le città erano comunque vuote, con gente in isolamento per malattia.
D’altra parte, in Europa, in Paesi come il Portogallo (con una percentuale di vaccinati più elevato – 95% della popolazione) la carta verde non sanno nemmeno cosa sia. Anche in Spagna il green pass non è stato mai introdotto. In Inghilterra Johnson ha abbandonato le normative anti covid proprio a partire dal Sgp dal 26 gennaio.
D’altra parte, in Israele, preso sempre ad esempio dai più per le campagne di vaccinazione, il ministro della salute ha dichiarato: “Il passaporto vaccinale nell’era Omicron non è più rilevante e dovrà essere eliminato”.
In Italia, invece, c’è chi addirittura pensa di prorogarlo, come dichiarato dal sottosegretario alla salute Costa.
A non essere sospeso, invece, potrebbe essere il Comitato Tecnico Scientifico anche dopo il 31 marzo, viste le risposte di Speranza di ieri su Rai 3 quando l’Annunziata chiede ‘Con la fine dello stato d’emergenza, può essere rivisto anche il Cts?’, il ministro risponde: ”In questi anni abbiamo lavorato in strettissima collaborazione con la nostra comunità scientifica e questo non cambierà: il governo continuerà ad avere un rapporto con la comunità scientifica del nostro paese”. ‘Sul Cts non ci sono decisioni assunte. Ha svolto un ruolo fondamentale ma valuteremo le modalità tecniche’ quando arriveremo più a ridosso del 31 marzo.