AVEZZANO – È un lettera aperta, accorata, carica di sentimento e ringraziamento rivolta ai propri compaesani, scritta dal papà di Josè Maria Venturi, il ragazzo avezzanese rimasto gravemente ferito durante un tentativo di rapina andato a male. Il 30enne, nella notte tra il 22 e 23 gennaio scorsi, è stato brutalmente aggredito nel sonno da più malviventi che hanno fatto irruzione in un appartamento dove era momentaneamente alloggiato. Familiari e amici del giovane hanno avviato una raccolta fondi per permettere a Josè di fare rientro in Italia ed essere curato. In Perù le cure mediche sono totalmente a pagamento.
LETTERA APERTA AI MIEI COMPAESANI
“Cari amici, nel 1998 arrivai in Perù con mia moglie incinta di Isabella e con Josè Maria che aveva sei anni, mosso dall’amore per la mia famiglia ed alla ricerca di una vita diversa in questo Paese che amo e che mi ha dato molte soddisfazioni. Qui non ho fatto l’America e non sono diventato ricco, però oggi, in questo momento di difficoltà mi rendo conto di avere accumulato un patrimonio que comprende due oceani. L’amore e l’amicizia di tanta gente che avevo portato dall’Italia si sono accumulati con altrettanti amore ed amicizia che ho trovato qui in questo Paese. È stato come trovare un tesoro. Vale un Perù si diceva una volta ed il mio patrimonio vale un Perù. Un credito immenso che nel momento della maggior difficoltà mi è stato puntualmente pagato, però molto di più di quanto mi si doveva. Per questo adesso sono pieno di debiti di riconoscimento che mi porterò dietro per tutta l’esistenza senza avere benchè minima speranza di poterli ripagare. Grazie amici italiani, grazie amici del Perù.
Dagli Appennini alle Ande, sempre vostro,
Fabio d’Arezzo, je nipote d’Tubia”.