PESCARA – La chiusura dei tribunali di Lanciano, Vasto, Sulmona ed Avezzano è da scongiurare perché rappresenta un grave danno non solo per la sicurezza e la giustizia ma anche per l’economia di quei territori. A ribadirlo è la Uil Abruzzo, che interviene sul tema all’indomani della convocazione di un tavolo al ministero della Giustizia con la guardasigilli Marta Cartabia e i rappresentanti istituzionali, tra cui il governatore Marco Marsilio, e delle professioni forensi, in programma il prossimo 2 febbraio.
“Ci siamo sempre opposti a queste chiusure – commenta Michele Lombardo, segretario generale Uil Abruzzo – e continueremo a farlo consapevoli dell’importanza che i presidii giudiziari rivestono nel tessuto sociale delle comunità e dei territori interessati. Purtroppo, il rischio che non venga concessa la necessaria proroga perdura ed è rincarato dal fatto che nel decreto “milleproroghe” non c’è alcun riferimento al riguardo, a testimonianza della volontà del governo di tirare dritto per la sua strada”.
La Uil Abruzzo, quindi, ribadisce le ragioni in favore del mantenimento dei quattro tribunali: una geografia territoriale talmente complessa da rendere pressoché impossibile un’efficace ricorso alla giustizia senza questi presidi, la presenza di istituti di pena interdipendenti con gli stessi tribunali, la necessità di salvaguardare il diritto dei lavoratori a proteggere le proprie aspettative logistiche e familiari, l’efficienza degli stessi palazzi di Giustizia, ampiamente dimostrata in più occasioni, come nel caso del tribunale di Sulmona, al quinto posto in Italia nella graduatoria dell’efficacia amministrativa.
“A tutto questo – continua Lombardo – vanno aggiunte due ragioni non secondarie. La soppressione di due presidi come quelli di Lanciano e Vasto inciderebbe non poco anche nel buon funzionamento della zona industriale della Val di Sangro, la più grande del centro sud Italia, ostacolando attività produttive già alle prese con altre lentezze burocratiche. In secondo luogo, accorpare i tribunali di Avezzano e Sulmona con quello di L’Aquila significherebbe dare un altro durissimo colpo a due territori, la Marsica e la Valle Peligna, già fortemente colpiti da crisi economiche conseguenti ai due terremoti del 2009 e del 2016, da un forte spopolamento e, da ultimo, dalla pandemia. Si tratta di aree interne con una geografia del tutto particolare, che rende impegnativi spostamenti e collegamenti, e che in questo modo verrebbero depauperate ancora di più da scelte che come Uil non condividiamo”.