ROMA – «Non poteva cominciare in modo peggiore il 2022 degli infermieri italiani. In pochi giorni, tra Natale e Capodanno, si è registrata una nuova vergognosa escalation di violenza ai danni dei nostri infermieri, impegnati da alcune settimane in una nuova delicata battaglia per fronteggiare una variante del Covid, Omicron, che corre veloce come non mai e che sta nuovamente cambiando radicalmente le nostre esistenze, la nostra quotidianità.
Triste palcoscenico di veri e propri duelli rusticani, sono questa volta gli affollati ospedali della Capitale: il San Giovanni Addolorata e il Policlinico di Tor Vergata si sono trasformati in veri e propri ring nei giorni di festa, presi d’assalto da malati e pazienti decisamente “fuori controllo”.
Il bollettino di guerra è da brividi, si fa fatica solo a immaginare che tutto questo possa accadere in luoghi “sacri”, dove l’impegno comune dovrebbe essere, come non mai in questo delicato frangente, quello di agevolare i professionisti della sanità nel fronteggiare la crescita esponenziale dei ricoveri, con il primo obiettivo di tutelare la salute dei cittadini.
Una infermiera del San Giovanni, a cui un paziente ha addirittura strappato una falange a morsi, e poi un operatore sanitario che a Tor Vergata è stato ripetutamente colpito con pugni al torace fino a cadere a terra e fratturarsi un arto, riportando due settimane di prognosi: questi sono i fatti che ci riferiscono i nostri referenti locali, veri e propri episodi ai confini della realtà».
Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up
«Appare indiscutibile che il vertiginoso aumento dei ricoveri, nel pieno della quarta ondata, rischia concretamente di generare una nuova paralisi in un sistema sanitario già barcollante.
Ed è palese che, a fronte della cronica carenza di personale che può arrivare a toccare in piena emergenza anche le 110mila unità, con i nosocomi alle prese con l’inarrestabile crescita delle infezioni degli operatori sanitari (se ne contano ben 2490 in più nelle ultime 48 ore, questo equivale a ben 2041 infermieri contagiati nei primi due giorni del nuovo anno!), si verificano situazioni di vero e proprio caos, in particolare nei pronto soccorsi, generate da stress, paura e il più delle volte dalla totale inadeguatezza delle strutture ospedaliere.
Gli operatori sanitari e in particolare gli infermieri diventano così vittime dell’incontrollata violenza e ira di pazienti che scagliano su di loro la rabbia, le incertezze, le angosce. Si parte dalle minacce, come quelle avvenute al Policlinico Umberto I, dove nel giorno di Santo Stefano, un 71enne brandisce un cacciavite contro gli infermieri, e su arriva alle aggressioni fisiche vere e proprie.
Decine di pazienti in coda in un pronto soccorso del San Camillo ormai saturo dove non c’è nemmeno posto per accogliere i malati in attesa, costretti a rimanere all’esterno, oppure due soli infermieri a gestire al Policlinico di Tor Vergata circa cinquanta pazienti in attesa di un posto letto, o ancora al Sant’Andrea, sempre area pronto soccorso, oltre 80 persone in attesa di cure di cui oltre la metà bisognosi di un ricovero che non si ha la certezza di poter ottenere. Sono queste le “giornate tipo” degli ospedali romani in piena emergenza Omicron.
Ora basta, continua De Palma, questi incivili sono degni di stare nelle patrie galere, e le aziende sanitarie che non tutelano la sicurezza dei propri infermieri ne risponderanno in Tribunale.
Siamo pronti a costituirci parte civile a fianco dei colleghi vessati.
La nostra classe politica non fa altro che tacere di fronte a fatti di cronaca che vanno ben oltre qualsiasi tollerabilità umana, e che non sono degni di un Paese Civile. Le norme esistenti sono inefficaci per prevenire i fenomeni di violenza verso gli operatori sanitari.
Il Sindacato Nursing Up, da oltre un anno, nelle sue coraggiose campagne ed iniziative anti-violenza, chiede il ripristino dei presidi delle forze di pubblica sicurezza negli ospedali italiani, oppure, in subordine, la creazione di strutture aziendali dedicate alla protezione e sicurezza degli ambienti ed operatori sanitari. Parliamo di un sistema di protezione generalizzato, che interessi tutte le aziende sanitarie italiane con la solida regia del Ministero degli Interni, affinché si mettano in atto azioni organizzative concrete per stroncare sul nascere questi vergognosi fenomeni».