OVINDOLI – Tutto sommato è insolito quello su cui ci ritroviamo a scrivere oggi, se non altro perché solo a prima vista l’argomento non sembrerebbe avere una rilevanza pubblica (criterio guida per ogni giornalista che voglia provare a scrivere). In un tempo in cui l’uso del cellulare ha preso il largo e le comunicazioni avvengono regolarmente sui famigerati gruppi, gli abitanti ovindolesi, nel tempo, avevano avuto modo di relazionarsi agli amministratori per vie dirette usando una chat sul canale di messaggistica più famoso del mondo: WhatsApp.
Era stata una scelta ragionata, voluta dalla precedente amministrazione consapevole del fatto che questo poteva rappresentare sì, una fatica – se non altro per la mole di segnalazioni giornaliere – ma al contempo un canale utile e diretto per mezzo del quale ogni cittadino poteva sentirsi a stretto contatto con l’amministratore. Non più, quindi, (o meglio non soltanto) appuntamenti con file chilometriche al Comune, email con preghiere di risposte o numeri di centralini fissi per segnalare un lampione spento, una buca per la strada, un cane randagio pericoloso et similia.
I cittadini ovindolesi si erano abituati a dialogare con maggiore regolarità, come democrazia comanda, con i propri rappresentanti in consiglio comunale.
Un servizio 3.0 sicuramente utile almeno quanto tutti gli altri tipi di servizi che un ente può erogare.
Lo scontento si è palesato quando, poco fa, la nuova Amministrazione comunale ha deciso, con un colpo di spugna, di chiudere la possibilità ai componenti di quel gruppo (che rappresentano più di un terzo della popolazione di Ovindoli) la possibilità di scrivere messaggi e quindi di fare segnalazioni. Una vera e propria azione di censura moderna scatenata, non si capisce bene, se dalla poca pazienza della giovane compagine amministrativa o da cos’altro.
Curioso è il fatto che tutto è successo quasi in concomitanza con la prima piccola difficoltà a cui Ovindoli è dovuto andare incontro: una nevicata di pochi centimetri che ha mandato fuori giri il traffico urbano del paese.
Tornando quindi alla questione principale: perché i cittadini ovindolesi devono vedersi privati di uno strumento che negli anni era divenuto utile? Forse è il caso che la nuova squadra tenga conto dell’utilità dello strumento tecnologico e delle esigenze della popolazione. Poche centinaia di anime sono gestibilissime anche su whatsapp… e se è vero che a Natale si è tutti più buoni, verrete perdonati ma ridate voce ai cittadini ovindolesi.