“L’obiettivo che ci siamo prefissati con la riforma del Testo Unico degli Enti Locali, a cui sta lavorando il sottosegretario Ivan Scalfarotto, e’ superare le distorsioni della legge Severino”. Lo dichiara Camillo D’Alessandro, deputato di Italia Viva.
“Non e’ ammissibile che un amministratore locale, una volta cessato il mandato, possa essere per i due anni successivi sottoposto a una sorta di condanna, come se essere eletto fosse una colpa da espiare con il divieto di ricoprire ruoli in societa’ controllate o collegate pubbliche. Altrettanto allucinante e’ la norma che prevede la sospensione del sindaco condannato in primo grado, come se nel nostro ordinamento non esistessero tre gradi di giudizio. La legge Severino e’ figlia di una stagione del populismo da salotto, e quindi distante anni luce dai problemi del mondo reale”, conclude.