Tra pochi giorni ci saranno le elezioni provinciali e, da anni, l’appuntamento non agitava così tanto le acque della politica. I motivi della tempesta in atto sono due: il primo è che, pur essendo un ente di secondo livello nel quale non votano i cittadini ma solo gli amministratori, la Provincia ha mantenuto funzioni essenziali. Il secondo, ben più rilevante, è che questa volta c’è competizione ed è vera.
Angelo Caruso, Presidente uscente e sindaco di Castel di Sangro è una vecchia volpe della politica. Non a caso, fiutando aria dubbia, si è affrettato secondo i recenti rumors a fare la tessera di Fratelli d’Italia per avere il sostegno di Marsilio e del centrodestra. Al Presidente della Regione servono nomi da portare a Roma visto i risultati non brillanti nelle ultime comunali dei grossi centri abruzzesi. E allora, nonostante parecchi mal di pancia, meglio “l’usato sicuro” anche in considerazione dello scricchiolare delle forze di centrodestra. La Lega, ad esempio, nelle ultime ore è stata interessata dagli abbandoni di Giuliante e Angelosante solo per citarne alcuni. La conferma di Caruso serve quindi come il pane ai vertici di FDI, Lega e in parte Forza Italia.
Ma la domanda dovrebbe essere un’altra: serve alla Marsica?
E qui veniamo al secondo punto, che rende interessante la partita con la discesa in campo del giovane outsider Vincenzo Giovagnorio. Il sindaco di Tagliacozzo è avversario ostico per una serie di ragioni. Non è incasellabile in una truppa di partito tanto che è stato votato da tutti (o quasi) nelle recenti consultazioni della sua città. Poi è riuscito ad aggregare una coalizione civica ispirata dal sindaco di Avezzano Giovanni Di Pangrazio e con una coalizione, “Provincia al centro”, sintesi di un’ampia convergenza di forze politiche e civiche da destra a sinistra con un progetto per la Provincia dell’Aquila unitario e inclusivo dei tanti territori e comprensori, che sta crescendo nelle ultime ore in modo significativo.
Ed infine, ed è la cosa più importante, non tutti gli amministratori del territorio della Provincia accettano di abbassare la testa perché qualcuno deve portare una tessera pesante a Roma. E ciò sta accadendo sia all’Aquila che nella Valle Peligna dove le sgradevoli rivendicazioni campanilistiche di alcuni sostenitori di Caruso rischiano di diventare un boomerang, come quella del consigliere di maggioranza nel comune di Sulmona, Proietti, che afferma in una nota stampa il suo appoggio a Caruso dichiarando – “Dopo aver riflettuto sul fatto che avremmo rischiato di portare acqua al mulino di un altro territorio, a scapito del nostro, ho pensato che qualcuno dovesse difenderlo. La mia è una scelta che va oltre i colori di partito e mira alla difesa del territorio (Alto Sangro compreso).” – La stessa difesa d’ufficio, noi e i cittadini, ci auguriamo di sentirla anche da tutti gli amministratori marsicani.
Il problema infatti non è Caruso. È decidere se si vuole continuare a fare il pungiball dei giochetti di alcune forze politiche o si ha il coraggio di dire basta! E questa volta per dirlo c’è un candidato giovane, capace e degno di rappresentare l’intero territorio. Per questo, diverse forze politiche, tanti consiglieri e alcune teste pensanti cominciano a dire che si può fare.
Il dilemma morale, è chiaro. Per gli amministratori di area PD e tutti gli altri che non vedono bene Marsilio, la scelta nell’appoggio a Giovagnorio può essere una grande opportunità e non sembra avere particolari controindicazioni.
Per gli altri, una corda che tira verso gli interessi del territorio e spingerebbe a rifiutare diktat indigesti. L’altra richiama alla disciplina di partito, con le solite accuse di tradimento pronte a scatenarsi perché bisogna portare la tessera a Roma.
Cosa prevarrà? È presto per dirlo. Però a noi farebbe tanto piacere vedere una Marsica che finisce di fare il pungiball ed un territorio che sa scegliere i propri rappresentanti perché sono l’opzione migliore per tutti e per ciascuna zona della Provincia e non per la paura della telefona reprimenda di qualche “capetto” pro tempore.
È una scelta di cuore, di testa e di… coraggio, per avere un ruolo da protagonista e non da spettatore…