AVEZZANO – Pioggia battente e blitz notturno con cori di sirene accese alle tre, quando la compagnia della Guardia di Finanza di Avezzano, guidata dal Capitano Luigi Falce e dell’ispettorato del lavoro hanno messo in atto 4 misure cautelari emesse dal Tribunale di Avezzano, dal Gip, Maria Proia su richiesta del procuratore Andrea Padalino. 2 dei ricercati erano già fuggiti in Pakistan, mentre due uomini di un’azienda fucense sono ora agli arresti domiciliari. Si tratta di un italiano, marsicano e di un pakistano.
Secondo le indagini dell’Ispettorato del lavoro e della guardia di Finanza, gli arrestati reclutavano manodopera per destinarla al lavoro presso l’azienda, ponendo ai lavoratori un carico di lavoro per 10/12 ore al giorno e minacciandoli di licenziamento e negazione di ulteriori impieghi lavorativi in caso di un loro rifiuto alla paga di 5 euro lordi l’ora.
Oltre a questo, vengono contestate le violazioni delle norme in materia di salute e sicurezza sul lavoro: mancata sorveglianza sanitaria; mancata formazione dei lavoratori; dispositivi di protezione acquistati – o pagati – dai lavoratori. Tute, guanti e stivali distribuiti dal caporale ai lavoratori su loro richiesta e dietro pagamento di somme consegnate in contanti.
I lavori delle forze dell’ordine hanno avuto inizio quest’estate, quando ad agosto, sono iniziati numerosi controlli contro lo sfruttamento lavorativo in agricoltura, patrocinati dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro, in collaborazione con il Ministero del Lavoro e l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni nell’ambito del progetto multi-agenzia “Alt Caporalato”.
Nei primi di ottobre, un ulteriore blitz degli ispettori che hanno tracciato in totale 18 aziende agricole irregolari. Per due di queste, erano stati già emessi dei provvedimenti di sospensione dell’attività, a seguito della presenza di 8 lavoratori “in nero”, di cui 7 extracomunitari privi di permesso di soggiorno.
La Task- force, coordinata dall’Ispettorato Territoriale di L’Aquila, ha visto l’impiego dei propri ispettori, e la partecipazione degli ispettori degli Ispettorati territoriali di Perugia, di Roma, di Varese e di Napoli, congiuntamente a personale ispettivo della locale ASL, ai militari del Nucleo Ispettorato del Lavoro di L’Aquila, dei Comandi Provinciali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, con l’affiancamento dei mediatori culturali messi a disposizione dall’OIM.
L’attività di programmazione e di coordinamento condotta dall’ispettorato provinciale dell’Aquila ha consentito di intervenire su obiettivi mirati permettendo di contrastare efficacemente il fenomeno di sfruttamento del lavoro ai sensi dell’art. 603 bis c.p., di cui risulterebbero vittime alcuni lavoratori in quanto sottopagati e sottoposti ad orari di lavoro massacranti.