Un polemica da morire, quella nata ad Avezzano sul nuovo Tempio crematorio e in buona parte strumentale come accade quando sulle cose serie ci si infila la propaganda politica.
L’ultimo intervento in ordine di tempo arriva da Forza Italia, il partito dell’ex sindaco che lamenta mancanza di condivisione. Sì, avete capito bene, l’ex sindaco lamenta mancanza di condivisione. Ci sarebbe da sorridere ricordando le decisioni imposte e fatte digerire a suon di “fidatemi di me” invece la vicenda è seria perché riguarda un nuovo impianto e, come ogni cosa seria, viene strumentalizzata.
Si tratta del tempio crematorio che viene chiamato forno da chi vuole sollecitare la paura. Perché la parola tempio non accede timori mentre ciò che brucia sì. E il forno brucia. Ma quanto?
Da quello che emerge dalla relazione presentata dalla Altair Funeral al comune di Avezzano, stiamo parlando di un camino di circa 25 cm con emissioni che potrebbero essere pari ad ad un terzo delle emissioni giornaliere degli autobus del trasporto pubblico. Niente rumori, nessuno impatto sulle acque.
E allora? E allora, lamenta il coordinamento cittadino di F.I., c’è stata troppa fretta!
Davvero? La domanda della società al comune è del 2018. Siamo al 2021…troppa fretta? Tre anni per un camino di 25 cm!
La verità è che siamo in Italia e c’è sempre la sindrome Nimby ( Not in my back yard – Mai nel mio giardino) con cui fare i conti. Si tratta di quella nociva impostazione che blocca il Paese e per la quale le opere sono utili o necessarie e meritorie, purché non si svolgano nel proprio territorio.
Il tempio non è ad impatto zero perché, la verità è che nulla è ad impatto zero. Un forno che fa le pizze è ad impatto zero? Una vacca che alleviamo in vista di un gustoso pranzo è ad impatto zero? Neppure un concerto di Renato Zero, contrariamente a quanto farebbe pensare il nome, è ad impatto zero.
E allora il tema è verificare in modo rigoroso che le emissioni siano controllate nel tempo, non opporsi a prescindere o sollecitare paure. Che tra l’altro ad oggi sono minime considerato che in città non si respira alcuna ostilità tranne quelle interessate a contrastare l’amministrazione di turno.
Dinanzi alle strumentali domande di alcune parti politiche che chiedono perché farlo, bisognerebbe domandarsi perché no? Perché non rispettare la volontà di chi preferisce questa ipotesi per lasciare la terra? Perché limitarne la libertà? Perché bloccarlo?
È giusto a nostro parere invece rispettare la libertà di scelta di tanti avezzanesi e valutare la proposta con serietà. Ed è altresì importante rispettare la salute con una verifica rigorosa delle emissioni; questo è il punto sul quale dobbiamo tutti concentrarci per garantire l’ambiente che si tratti di tempio, di aziende, delle caldaie dei condomini o delle pizzerie. Non a caso vi sono enti preposti e momenti relativi all’autorizzazione a cui spetta dire la loro, autorizzare e controllare.
Perché tutelare la salute è una cosa. Alimentare le paure un’altra: che non è mai ad impatto zero.