AIELLI – Era il 2 gennaio 2020 quando Jarrar Ayoub, cittadino di origine magrebina, 29 anni, alla guida della propria autovettura, sulla Tiburtina Valeria a Celano, sotto effetto di alcool e con patente sospesa, durante una manovra di sorpasso azzardata e, su un tratto di strada che non lo consentiva, andò a scontrarsi frontalmente contro la Renault Twingo, proveniente dal lato opposto della carreggiata, guidata dalla giovane Sara Sforza di Aielli.
All’epoca dei fatti fece clamore la decisione dell’autorità giudiziaria competente che non ritenne sussistessero i presupposti per l’arresto dell’extracomunitario, nonostante la gravità dei fatti accaduti e l’esistenza di precedenti specifici, in quanto, circa dieci giorni prima della tragedia, lo stesso conducente, alla guida dello stesso veicolo, si dava alla fuga nelle strade del centro cittadino di Avezzano, nonostante l’alt intimato da una pattuglia della Polizia di Stato.
Solo qualche giorno più tardi fu accusato di omicidio stradale e trasferito dall’ospedale San Salvatore di L’Aquila, dove era ricoverato a seguito dei traumi riportati nell’impatto, al carcere. Il 26 febbraio 2020, il giudice per le indagini preliminari Anna Carla Mastelli del Tribunale di Avezzano, sostituì la custodia cautelare in galera con la misura degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, revocati poi a ridosso del primo anniversario della tragica scomparsa di Sara.
Nella mattinata di oggi, a seguito del processo con rito abbreviato, Jarrar Ayoub è stato condannato dal Gip Maria Proia, del Tribunale di Avezzano, alla pena di anni 4 di reclusione per omicidio stradale. Per l’imputato il Pubblico Ministero aveva chiesto 7 anni e mezzo. Le motivazioni saranno rese note nei prossimi giorni.
La famiglia di Sara Sforza non si è mai costituita parte civile in sede penale ritenendo non opportuno procedere nei confronti di un cittadino extracomunitario su cui pendeva, tra l’altro, un decreto di espulsione dall’Italia.