La storia del Cammino di Santiago ha origine dal presunto ritrovamento delle spoglie di San Giacomo il Maggiore, uno dei dodici apostoli. Per chi intende fare il Cammino di Santiago non può mancare prima della partenza una minima conoscenza della sua storia e di come sia nato questo pellegrinaggio che da secoli spinge migliaia di persone ogni anno, a raggiungere con fatica, sacrificio e soddisfazione la città capoluogo della Galizia per far visita al santuario dedicato a San Giacomo.
“Si pensa al Cammino di Santiago come a un lungo sentiero che attraversa la Spagna settentrionale, conduce fino alla cattedrale di Santiago de Compostela e termina a Finisterre, o Muxìa, sulla Costa della Morte” – racconta il Cav. Dott. Valentino Pisegna, Commendatore per l’Italia dell’Orden del Camino de Santiago, Fondazione spagnola impegnata nella valorizzazione della Rete dei Cammini che portano al sepolcro dell’apostolo Giacomo. In realtà – aggiunge – “il Cammino si compone di una rete infinita di percorsi, vere e proprie autostrade verdi con più di dieci secoli di storia, che conducono alla città galiziana ove sono custodite le reliquie di San Giacomo, l’apostolo prediletto di Cristo che si avventura nella sua opera di evangelizzazione fino all’estremo confine della Terra conosciuta: Il finis terrae della Galizia”. Al suo rientro a Gerusalemme – prosegue – “agli inizi degli anni 40 del primo secolo, incontra la morte per ordine di Erode Agrippa I e le sue spoglie, trafugate dai suoi discepoli ispanici Teodoro e Atanasio, vengono trasportate sulle coste della Galizia dove trovano sepoltura. La tomba si perde nell’oblio per molti secoli fino all’anno 813, quando il Vescovo di Iria Flavia annuncia al mondo il suo rinvenimento. Intorno al sepolcro si sviluppa una città che diventa un luogo di culto per il mondo cristiano al pari di Roma e Gerusalemme. Inizia così il pellegrinaggio più conosciuto al mondo che si è prolungato nel tempo e dura tutt’ora”.
Quali sono le motivazioni che spingono migliaia di persone a raggiungere Santiago?
“La verità e che esistono tante ragioni per fare il Cammino di Santiago quante sono le persone che lo percorrono” – spiega il Commendatore – “dal medioevo ad oggi il pellegrinaggio si è trasformato in un fenomeno mondano ed affascina sempre più persone disposte a spogliarsi della propria quotidianità per indossare la veste di pellegrino, anche se il clima spirituale e mistico continua sicuramente a caratterizzare il Cammino”.
Possono farlo tutti? Quanto tempo occorre?
“Il Cammino è’ fatto per persone normali, anche se richiede una discreta preparazione fisica, e lo si può fare a qualsiasi età a piedi, in bicicletta o a cavallo ed ognuno può decidere le tappe in base alle proprie capacità. Anche le persone con disabilità possono fare questa esperienza, vi sono infatti servizi disponibili per rendere il viaggio agevole per tutti. Per tutti in ogni caso è una sfida. Più che la forza fisica è importante lo spirito, la motivazione con cui lo si intraprende. Oggi, purtroppo – fa notare il cav. Pisegna – molti pellegrini fanno a gara a chi percorre questo o quel Cammino nel minor tempo possibile per poi sbandierarli sui social, pensando di aver stabilito chissà quale record, dimenticando di fatto che per i pellegrini medievali il Cammino iniziava dal luogo di abituale residenza e vi facevano ritorno, quasi sempre a piedi, dopo molto tempo. Non bisogna mai pensare al cammino in termini quantitativi perché non è una competizione. Il vero Cammino, più che quello indicato dalle famose frecce gialle o dalle piastrelle in ceramica con fondo blu e conchiglia su segnali stradali – precisa – è quello che facciamo dentro di noi”. Riguardo invece la durata – prosegue – “tutto dipende dal tempo che si può o che si vuole dedicare al Cammino. Non ci sono tappe prestabilite e ci si può fermare dove c’è un ostello per dormire. Mediamente si percorrono dai 15 ai 30 km al giorno. Un ruolo importante lo gioca l’altimetria perché un sentiero di montagna ma anche una semplice collina possono rallentare anche di molto le previsioni, in special modo quando si ha uno zaino sulle spalle da diversi giorni”.
Cosa sono la Credenziale e la Compostela?
Sono i documenti tipici del Cammino – illustra il Rappresentante dell’Ordine di Santiago – “Prima della partenza, con una piccola donazione si può richiedere la Credenziale (istituita nel 1590 da Filippo II), il documento ufficiale del pellegrino che certifica che si sta percorrendo il Cammino di Santiago e consente di essere ospitati nei vari ostelli. Gli albergatori di volta in volta vi pongono sopra un timbro ed in questo modo si certifica quali tappe sono state percorse. Alla fine del Cammino, ad ogni viandante che si presenta all’Ufficio del Pellegrino di Santiago con la propria Credenziale con i timbri (sellos) che testimoniano di aver percorso almeno gli ultimi 100 Km a piedi e a cavallo o 200 Km in bicicletta, viene rilasciata la Compostela”. Questo curioso diploma scritto in latino – aggiunge – “è importante anche per testimoniare l’affluenza dei pellegrini. Le persone che compiono il Cammino per motivi diversi da quelli religiosi possono richiedere un altro certificato conosciuto come Certificato del Pellegrino. Per coloro che effettuano i percorsi a piedi il chilometraggio necessario per ottenere il documento è nel caso del Cammino Francese da Sarria o Barbadelo; per quello Inglese, da Ferrol o Neda; nel caso di quello del Nord, da Vilalba o Baamonte; per il Primitivo, da Lugo; e, per quello della Via della Plata, da Ourense. Inoltre, potranno ricevere la Compostela tutti quelli che effettuano il Cammino di Finisterra-Muxìa e che coprono come prima tappa il percorso che unisce entrambe le località dalla costa e, successivamente, terminano il resto delle tappe fino a Santiago. In questo modo percorreranno i 100 chilometri necessari. Per i ciclisti che effettuano il Cammino Francese, il minimo (200 km) per ottenere il documento è Ponferrada”.
Il Cammino oggi.
Il Cammino di Santiago, il più famoso dei percorsi di pellegrinaggio praticato nel mondo cristiano – espone il Commendatore di Santiago – è finalmente ripartito. “L’emergenza sembra passata, almeno nella fase più acuta. I pellegrini hanno dovuto aspettare molti mesi prima di tornare a percorrere le lunghe autostrade verdi e molte cose sono necessariamente cambiate, a partire dalla lista delle cose da mettere nello zaino che include mascherine e guanti. Le numerose strutture ricettive dislocate lungo la rete dei percorsi hanno riaperto ai pellegrini mettendo in pratica misure speciali che hanno lo scopo di limitare il più possibile interazioni e contatti. Ci troviamo di fronte a una situazione senza precedenti – puntualizza – perché il pellegrinaggio, inaugurato nell’anno 813 del primo secolo dal Re delle Asturie Alfonso II il casto, pur avendo vissuto momenti difficili a causa di guerre, pestilenze ed eventi storici difficili, non si era mai veramente interrotto. L’unico dato negativo risale al 25 luglio del 1867 quando arrivarono solo quaranta pellegrini nella città di Compostela. Il distanziamento personale e sociale necessario oggi per superare questo periodo di sofferenza globale, ha molto in comune con le motivazioni che convincono ogni anno migliaia di persone a mettersi in viaggio. Durante il cammino aumenta la propensione alla solidarietà, certi che l’aiuto dato oggi può essere prezioso riceverlo domani. Il Cammino di Santiago è lì, come ieri, come sempre, con i suoi paesaggi meravigliosi e una infinità di paesini autentici pronti ad aspettare i pellegrini e ricordare loro di trovarsi sulle orme di un passato illustre, capace come sempre di alleviare a chi lo percorre le preoccupazioni del mondo moderno”.