TAGLIACOZZO – Alcuni lo hanno definito “demoCristiano Ronaldo”. Roberto Giovagnorio è sicuramente il top player della formazione delle liste della città di Tagliacozzo, in vista delle amministrative di ottobre.
SINOSSI. Il risultato è noto: una sola lista con candidato Vincenzo Giovagnorio. Dall’altra parte: il vuoto. Alcuni degli oppositori hanno cercato gli ultimi minuti di raccogliere delle firme per presentare una compagine, ma anche l’estremo tentativo è fallito. Come ne sono falliti molti: a partire dalla candidatura di Pierluigi Di Stefano, per poi passare al professor Salvatori, finanche all’avvocato Novella. Dopo numerose riunioni, il gruppo di Mario Iacomini, Pietro Mercuri, Oltre Insieme, Tagliacozzo Unita, ha dato risultati inconcludenti, segnando per la prima volta nella storia tagliacozzana, la presenza di una sola lista in corsa senza opposizioni. Una “prima sconfitta” ai danni soprattutto dei rappresentanti di partito locali: in primo luogo, Benedetta Fasciani per Fdi.
Sembra quasi un paradosso che a non creare una compagine, seppur per entrare in opposizione, non ci sia riuscita la rappresentante di partito di Giorgia Meloni che, rimasta fedele ai propri ideali, ha preferito rimanere in opposizione, pur di non entrare nel Governo della Maggioranza di Draghi. A sua differenza, la Fasciani si era proposta di entrare con Giovagnorio, ma alla fine le trattative l’hanno respinta. “Sconfitta” anche per i rappresentanti del Pd a livello provinciale e regionale, che fino all’ultimo sembra abbiano tentato di creare un accordo per far entrare Montelisciani in lista con Giovagnorio. Sconfitta anche per lo stesso Montelisciani che avrebbe potuto tentare sul voto d’opinione, ma invece ha rinunciato. Dall’altra parte, l’alleanza realizzata tra Prospettiva Futura guidata dal Sindaco Vincenzo Giovagnorio e Il Paese che vorrei di Maurizio Di Marco Testa. Un’unione ha lasciato un’eco in tutta la politica marsicana, raccogliendo stupore e dubbi. Uno scacco matto per il momento, frutto in particolare del lavoro diplomatico dell’assessore ai lavori pubblici dell’amministrazione uscente.
E allora, parola a Roberto Giovagnorio:
Inizio in medias res: come e perché di questa alleanza con il Paese che Vorrei?
Questa alleanza è il frutto del lavoro di persone appartenenti a due amministrazioni, la precedente e l’attuale, che hanno voluto coinvolgere più forze per creare un progetto concreto e rappacificante per la città di Tagliacozzo. Dopo il naufragio della lista, nella quale era stato messo a capo il professor Salvatori, ho cercato personalmente un contatto con Maurizio Di Marco Testa. Volete sapere come è andata? Il colloquio è durato 15 minuti: abbiamo prospettato un’alleanza, lui mi ha proposto due nomi per concretizzarla, senza chiedere nulla in cambio. Poi, abbiamo discusso di progetti futuri, abbiamo integrato vicendevolmente le proposte programmatiche per il nostro territorio. Io non guardo a chi propone, ma guardo all’idea.
In molti hanno posto delle critiche.
La mia proposta è frutto di una lunga esperienza, quando si faceva politica senza pregiudizi, sfruttando i giusti compromessi per il bene delle persone. Spesso nelle varie amministrazioni si coinvolgevano tante e diverse persone per dare più forza all’azione politica con il più largo consenso e con la più ampia partecipazione. Tornando a noi, ad oggi, mi chiedo: perché se l’accordo si fosse realizzato tra “Tagliacozzo Unita” e “Il Paese Che Vorrei” con a capo il professor Salvatori poteva andar bene e invece con noi no?
Il sindaco Giovagnorio come ha reagito?
Il sindaco è sempre stato informato di ogni mio passo, così come il resto della squadra. D’altronde lui, che ha seguitato a portare avanti l’azione amministrativa in queste ultime settimane tanto impegnative per Tagliacozzo, ha demandato a me e ad altri componenti del nucleo fondante di “Prospettiva Futura” il compito di sondare le disponibilità e di cercare altre candidature a supporto della nostra lista rinnovata. Vincenzo, che in molte cose la pensa come me e con il quale c’è un’intesa di grande fiducia reciproca, ha dato il suo benestare e negli incontri ha parlato del programma da realizzare. E poi, dopo il clima avvelenato degli ultimi anni, non è forse un bene che si ristabilisca un po’ di pace nella nostra città?
Con una sola lista, potrebbero nascere dei conflitti interni per i 4 posti in Giunta?
Già ci siamo riuniti più volte con tutta la squadra, discutendo molto sul programma, poco sui futuri incarichi che deciderà il sindaco, come previsto dalla legge. La squadra è formata da dieci persone riferibili a “Prospettiva Futura” e due a “Il Paese che Vorrei”: Angelo Poggiogalle, di tradizione politica di centro-sinistra e il civico Angelo Di Marco, presidente dell’associazione “Gli Amici” di Villa San Sebastiano. Entrambi, grazie anche alle loro passate esperienze amministrative sono grandi lavoratori, persone che si impegnano fino in fondo per i bisogni e le necessità dei cittadini. La squadra è omogenea e coesa e regna tra noi già un clima di concordia. Certo, questa alleanza è stato un vero e proprio shock politico, ma noi non abbiamo litigato o discusso con alcuno, mentre mi risulta che le opposte fazioni purtroppo si sono trovate quasi sempre in disaccordo, ponendo veti reciproci e non accordandosi neanche su una comune figura che avesse potuto guidarle in un’alleanza alternativa alla nostra squadra.
Dividi et impera per far fronte al possibile “tutti contro uno”?
La Politica è l’arte del possibile e il vero politico deve agire con scaltrezza, cercando di aggregare le persone che si rendono disponibili a creare un’unione di intenti per lavorare al bene comune in sintonia. Il gruppo de “Il Paese che vorrei” con il quale ci siamo uniti, non ha chiesto posti, ma solo di fare un’alleanza. Sì, ad un certo punto ho temuto che i vari gruppi avrebbero potuto riunirsi in un “tutti contro uno”. In quest’ultima fase, gli altri gruppi avrebbero potuto convergere sulla figura capolista del dottor Pietro Mercuri, per un “tutti insieme” contro Giovagnorio. Ed è risaputo, in realtà piccole come Tagliacozzo, per quanto un’amministrazione possa aver svolto bene bene, il voto di opinione conta in bassa percentuale valgono molto di più le parentele e le amicizie dei singoli candidati. L’esperienza insegna che questi “minestroni” risultano altamente indigesti per la salute del buon governo della nostra realtà comunale e a mio giudizio (e a giudizio di molti), la nostra amministrazione ha lavorato bene. Sarebbe stato un male buttare nel vuoto i sacrifici, le ansie, le emozioni e il lavoro di questi cinque anni, se avesse prevalso il progetto del “tutti contro uno”.
Perché con Montelisciani no?
Personalmente non ce l’ho con Vincenzo Montelisciani, anzi ci siamo anche sentiti spesso durante il lockdown e durante la mia malattia. La questione è politica sotto vari aspetti: cinque anni fa, reduci da un’esperienza all’opposizione nello stesso gruppo consiliare, Montelisciani volle porre un veto indirizzato al mio partito in cui indicava l’impossibilità di poter proseguire o iniziare nuove esperienze amministrative con il sottoscritto. Perché oggi voleva invece entrare a tutti i costi in lista con me? Forse, ha capito che l’amministrazione di “Prospettiva Futura” non era poi tanto malvagia, così come l’aveva in realtà sempre dipinta? E forse questa stessa cosa l’hanno pensata anche i referenti provinciali di “Fratelli d’Italia” Liris e Biondi che avevano proposto Benedetta Fasciani?
L’accordo con la Donzelli è saltato per la figura della Fasciani?
Avevamo lasciato una porta aperta a quell’intesa, sebbene il nome di Benedetta Fasciani sia spuntato all’ultimo momento, creando alcune perplessità in merito alla sua marcata appartenenza politica (la giovane staff Marsilio è responsabile marsicana di “Fratelli d’Italia”). È vero, il suo inaspettato irrompere nelle trattative, avrebbe avuto bisogno di maggior ponderatezza per una possibile alleanza. Scrissi alla Donzelli che avevamo bisogno di maggior tempo, ma non ebbi più risposta. È evidente che a loro non interessava più parlare con noi, tanto è vero che le loro trattative presero altre strade e furono portate avanti con gli altri gruppi.
E poi c’è quel contrasto con i rappresentanti del Pd a livello provinciale?
Il partito democratico, a livello provinciale e regionale imponeva quasi forzatamente un’alleanza, cercava a tutti i costi un posto per Vincenzo Montelisciani nella nostra lista. Anche il circolo di Avezzano contattava tesserati del Pd locale, minacciando il disimpegno del partito verso i nostri candidati, quando c’è stata una riunione ufficiale nel circolo di Tagliacozzo che ha espresso all’unanimità la volontà di sostenere i candidati pd locali: Anna Mastroddi, Lorenzo Colizza e il sottoscritto.
Come commenta il fatto dell’unica lista senza oppositori?
Partiamo dal fatto, che in democrazia una minoranza ci vuole. Non possiamo essere responsabili del fatto che gli oppositori non siano riusciti a creare un’alternativa. Qui si vede anche la poca esperienza politica dei nostri antagonisti: formare una lista alternativa, anche se magari non competitiva, avrebbe comunque comportato, in caso di mancata vittoria, l’elezione di quattro consiglieri comunali, che – se vogliamo – hanno anche il valore di circa 700 voti ponderati nelle prossime elezioni provinciali. (Io fui eletto con 4800 voti ponderati) Forse i nostri antagonisti percepiscono la politica solo a livello locale non pensano oltre. Qualche nostro oppositore amava ripetere, in questi cinque anni, che si è disgregato il tessuto sociale, la verità è che loro hanno disgregato la politica locale.
Paura di non raggiungere il quorum?
Non andare votare significa andare contro i principi per i quali i nostri nonni hanno combattuto e versato il sangue. Io sono certo che Tagliacozzo risponderà alla chiamata elettorale. Il fatto che qualcuno paventi questa cosa, mi fa sorridere. I tagliacozzani sono rispettosi dei loro diritti-doveri.
Franco Giovagnorio. Un politico, un mentore, un padre. A quasi un anno dalla scomparsa, cosa c’è di lui in Roberto?
Avevo 14 anni quando portavo in giro i primi fac simile della DC. Sono rimasto nell’ombra di mio padre per molto tempo. Ho vissuto la politica dei bei tempi, quando non c’erano tutta questa burocrazia e questo clima di rancore. Ho accompagnato molte volte mio padre, nei vari ministeri per realizzare quello che poi oggi è Tagliacozzo. Già perché Tagliacozzo lo ha realizzato lui. Mio padre ha scritto pagine importanti della città di Tagliacozzo e mi ha fatto crescere con la politica del popolo, della gente normale e delle persone che hanno bisogno di aiuto, persone che hanno bisogno di consigli, di sostegno. La morte di papà segna un punto profondo della mia vita. Ci siamo accuditi l’un l’altro, vivevamo nella stessa casa, dove è nato. Il suo lavoro, la sua bottega sono state le sue passioni fino agli ultimi attimi della sua vita.
Ad oggi, definiscono Roberto Giovagnorio il vero politico della città. È così?
Sono un uomo che ama circondarsi di persone con le quali si prova reciproca stima. Questi cinque anni di amministrazione con “Prospettiva Futura” mi hanno altamente formato. Insito nell’onere di assessore ai lavori pubblici, per me l’impegno è stato fondamentale: dalla necessità di trovare fondi, a quella di saperli ben spendere per le priorità del nostro Territorio. Si ingenera così un meccanismo di collaborazione proficua anche con i dipendenti comunali e soprattutto con i dirigenti che ringrazio per ciò che mi hanno insegnato in questa legislatura. Ciò mi ha portato ad una presenza giornaliera in municipio e l’ho fatto con onore e passione. Questo sono io. Nel mio elettorato ci sono persone che mi trattano come un figlio, perché cerco sempre di aiutarle e dar loro una mano. Qualcuno, cercando di infangare il mio nome, ha detto che senza mio padre non avrò più di 70 voti. A costoro dico: papà mi ha insegnato ad essere l’uomo è l’amministratore che sono. Ci vedremo la sera del 4 ottobre!