CELANO – A 6 mesi dai fatti di cronaca giudiziaria che hanno visto il coinvolgimento del Sindaco Settimio Santilli e dell’allora vice sindaco Filippo Piccone, si continua a parlare delle modalità degli arresti, avvenute, secondo i giudici della Cassazione, in mancanza di attualità e concretezza dei fatti contestati.
Nello specifico caso di Filippo Piccone si evidenziano “plurimi vizi della motivazione relativamente alla ritenuta sussistenza delle esigenze cautelari legate al pericolo di reiterazione dei reati oggetto del procedimento de quo, per non avere il Tribunale tenuto conto dei rilievi difensivi prospettati in ordine ai requisiti di concretezza ed attualità della misura, limitando la sua valutazione alla mera gravità delle residue ipotesi di reato in contestazione, temporalmente collocate, peraltro, nell’arco di appena dieci mesi, risalenti all’anno 2018”.
Filippo Piccone, nel periodo degli arresti si era dimesso dal ruolo di vice sindaco. Il 12 marzo scorso il Tribunale del Riesame ne aveva ordinato l’immediata scarcerazione attuando il divieto di dimora a Celano, contro cui hanno mosso ricorso, presso la Corte Suprema di Cassazione, i legali difensori Antonio Milo del Foro di Avezzano e Giorgio Perroni del Foro di Roma.
Nei giorni scorsi la Cassazione si è espressa, così come avvenuto anche per il Sindaco Santilli: “La scelta della misura coercitiva del divieto di dimora è stata pertanto ritenuta maggiormente adeguata, rispetto a quella degli arresti domiciliari, muovendo dall’erroneo presupposto della permanenza di esigenze cautelari il cui fondamento giustificativo non era più assistito dai necessari requisiti della concretezza ed attualità”.
Le motivazioni principali addotte, all’epoca dei fatti, riguardo, appunto, le misure applicate sarebbero state riconducibili alla possibile reiterazione del reato ed inquinamento delle prove a causa proprio dei vari ruoli ricoperti dagli indagati, ma il Gip Maria Proia, del Tribunale di Avezzano, fa passare addirittura un anno, durante il quale si sono svolte anche le elezioni amministrative nella città di Celano e che hanno sancito la vittoria della lista “Una Città Da Amare” e che vedeva tra le fila proprio Filippo Piccone e Settimio Santilli.
Il fatti, quelli reali, stanno portando, granello dopo granello, a smontare il castello accusatorio, ma il processo mediatico iniziato sei mesi fa è giunto a sentenza ancor prima di quello che si svolge nelle aule di Tribunale.