ROMA – “La malattia più grande della vita non è il Covid ma la mancanza di amore,e la guarigione che più conta è la guarigione degli affetti.In questo tempo abbiamo capito l’importanza di contatti e relazioni”.Così il Papa all’Angelus. “Nella Giornata per la pace in Mediooriente imploro la pace in quella regione. Il Signore sostenga gli sforzi di chi opera per il dialogo in quelle terre dove la Chiesa è nata ed è viva”. Ed esprime vicinanza al Sud-Est della Repubblica Ceca colpita da un uragano.
Nel pieno della bufera sul ddl Zan, dopo che il Vaticano ha autorizzato la Nota Verbale per chiedere allo Stato italiano di aggiustare il testo nei punti critici senza affossare la legge contro l’omofobia, il Papa all’Angelus ha parlato ai fedeli della facile tentazione di cadere vittime dei pregiudizi, di avere atteggiamenti giudicanti e poco accoglienti. Naturalmente non ha fatto riferimenti diretti al fenomeno evidente dell’omofobia troppo spesso causa diretta di raid e bullismo contro i gay.
“A noi piace guardare le cose brutte degli altri. Quante volte cadiamo nel chiacchiericcio, che è sparlare degli altri? Che orizzonte di vita è questo? Non giudicare la realtà personale e sociale degli altri; non giudicate e lasciate vivere gli altri”, ha sottolineato, “Guardati attorno: vedrai che tante persone che ti vivono accanto si sentono ferite e sole, hanno bisogno di sentirsi amate. Dai il passo. Gesù ti chiede uno sguardo che non si fermi all’esteriorità, ma vada al cuore; uno sguardo non giudicante, finiamo di giudicare gli altri, Gesù ci chiede uno sguardo non giudicante, ma accogliente. Perché solo l’amore risana la vita. La Madonna, consolatrice degli afflitti, ci aiuti a portare una carezza ai feriti nel cuore che incontriamo sul nostro cammino”.