TAGLIACOZZO – Di male, in peggio. Ancora sul tavolo dei lavori, la nuova bozza della Regione Abruzzo sulla rete ospedaliera non promette nulla di buono per il territorio marsicano. Anzi. Si potrebbe parlare di una dequalificazione sanitaria, in particolar modo per i presidi di Tagliacozzo e Pescina.
In oltre 65 pagine di documenti, solo poche righe vengono dedicate alle due strutture sanitarie, che insieme all’ospedale di Avezzano dovrebbero rispondere alla salute pubblica di ben 130 mila persone.
Nei progetti della Regione, l’Ospedale Umberto I di Tagliacozzo viene declassato da presidio ospedaliero (P.O.) a presidio territoriale di assistenza (P.T.A.). Al momento, quindi, sembra non siano servite a nulla le diverse riunioni tenute nel palazzo di Città di Avezzano con le rassicurazioni da parte dei consiglieri regionali di riferimento locale, Mario Quaglieri e Simone Angelosante. Sindaci e medici del territorio si erano riuniti con loro più di una volta per chiedere di migliorare le prime bozze che penalizzavano la sanità per molti aspetti. Nel particolare, il primo cittadino di Tagliacozzo, Vincenzo Giovagnorio aveva richiesto un aumento di 10 posti letto per il reparto di riabilitazione respiratoria, sottolineando anche l’importante ruolo svolto dal presidio cittadino nella seconda e terza fase della pandemia, quando l’Umberto I è stato trasformato in Ospedale Covid per accogliere pazienti covid di tutto il territorio regionale.
L’ospedale di Tagliacozzo si è reso vitale per il territorio, visto anche che nell’apice dell’emergenza sanitaria in Marsica, l’unica soluzione della Regione è stata una tenda di posti letto, collocata fuori l’ospedale, come “toppa” alle gravi mancanze della sanità territoriale. Il tutto a fronte di un nuovo ospedale Covid a Pescara nella prima fase dell’epidemia, finanziato con ben 13 milioni di euro.
In ogni caso, nessun aumento di posti letto per il presidio di Tagliacozzo, bensì una diminuzione effettiva di quelli già esistenti, volendo leggere attentamente le carte. Infatti, secondo il documento regionale, se è vero che il reparto di riabilitazione cardiologica resterà attivo, sarà altrettanto vero che dei 12 posti letto attualmente presenti per questa specialità, 4 dovranno essere destinati alla riabilitazione respiratoria. Al contrario delle promesse fatte dai consiglieri di arricchire il presidio con ulteriori 10 posti letto.
Non è finita. Il reparto di riabilitazione cardiologica, fiore all’occhiello di tutta la regione Abruzzo e attualmente diretto dal professor Pasquale Cisternino, sarebbe retrocesso da Unità Operativa Complessa a Unità Operativa Semplice Dipartimentale.
Se queste sono le prospettive per il presidio marsicano, destino diverso sembra essere dedicato a quello di Guardiagrele promosso a presidio ospedaliero, in qualità di stabilimento operativo di Chieti, con 18 posti letto per lungodegenza, geriatria, medicina e psichiatria.
Un vero e proprio miracolo, se osserviamo che la struttura di Guardiagrele, dallo stato di semplice Pta, assurge ora a vero e proprio presidio ospedaliero.
Se questa soluzione venisse adottata anche per il Serafino Rinaldi di Pescina (riqualificandolo come stabilimento ospedaliero di Avezzano) e se il presidio di Tagliacozzo mantenesse l’attuale qualifica di presidio ospedaliero, ne gioverebbe tutta la sanità marsicana con un progressivo decongestionamento del Pronto Soccorso di Avezzano.
A quanto sembra, però, a nulla sono servite le parole espresse nella sala consiliare dai primi cittadini della Marsica. Ancor meno, sembrano aver lasciato il segno le difficoltà vissute dal territorio nel periodo di pandemia. Se le carte rimarranno invariate, verrà dequalificato l’intera gestione ordinaria della sanità marsicana.
Sarebbe un grave colpo per tutto il nostro territorio che, dopo aver subito al netto la violenza della pandemia, non può accettare ulteriori “tagliole” per declassare la sanità pubblica, che dovrebbe essere nelle priorità di tutti gli enti per garantire il diritto alla salute dei cittadini.